Germania pagina 213
Il Senato tedesco, il Bundesrat, un mese fa ha bocciato il Fiscal Compact, posticipandone la ratificazione. Questa non e’ in dubbio, ma i Land chiedono piu’ garanzie: non vogliono prendere ulteriori impegni. Propongono di ridurre le loro spese per interessi.
Il governo greco è disorientato dopo aver ricevuto una esplosiva relazione che calcola il valore degli enormi danni provocati dalla Germania durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di €162 miliardi, l’80% del Pil greco.
E’ l’unico paese in cui dal 1987 il settore pubblico e’ cresciuto piu’ in fretta del privato. Cio’ ha creato un ciclo economico vizioso, dove la contrazione dei profitti aziendali si e’ tradotta in meno investimenti, meno crescita e maggiore disoccupazione.
Per l’investitore, che in passato ha fatto miliardi speculando contro lira e sterlina, l’Eurozona starebbe meglio senza il suo motore economico. Da Francoforte appello anche agli elettori tedeschi: a settembre “votate per il cambiamento“.
Urgono cambiamenti per iniettare liquidita’ nell’economia: Draghi segua esempio di Usa e Giappone. Lisbona e Madrid sono l’esempio che tagli e riforme non bastano. Per la prima volta critica aperta del conservatore a Germania e paesi fautori del rigore.
“I tedeschi risparmiano fino a diventare poveri”, scrive Handelsblatt. “Gli stati e le banche ne hanno beneficiato, ma non il risparmiatore”. Il 59% non crede che la cancelliera Angela Merkel possa proteggere i loro soldi.
La Bundesbank, la banca centrale tedesca, ha avviato un’indagine sul possibile occultamento di perdite di miliardi su derivati nei bilanci di Deutsche Bank, prima banca teutonica. E’ accaduto dopo la crisi finanziaria del 2008.
Porterebbe molti vantaggi economici, ma comporterebbe anche continuare nella deresponsabilizzazione totale della classe dirigente. La morsa della crisi stringe anche la Germania. L’opinione di Giuseppe Cirillo
E’ questo l’atteggiamento – si legge in un’analisi di Reuters – sempre piĂą diffuso tra i politici di Berlino. E i bambini d’Europa (leggi Cipro, Grecia, Italia e Spagna) cominciano a provare un forte risentimento nei confronti di “mamma Angela Merkel”.
“Fattore Grillo”: per Jim O’Neill, la Germania e l’Unione europea dovrebbero riflettere. Presto gli italiani “cominceranno a chiedersi quali siano i benefici della permanenza dell’euro”