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“Con questa mossa – scrive l’inquilino della Casa Bianca su Twitter – sarebbe game over per Pechino”.
Apertura positiva per Wall Street, che tenta di mettere da parte i timori legati all’improvvisa escalation dei dazi tra Cina e Stati Uniti. Dopo aver subito la perdita giornaliera più pesante in quattro mesi, Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq rimbalzano, facendo segnare un progresso di circa lo 0,70% nelle prime battute.
Mentre economisti calcolano l’impatto che la guerra commerciale avrĂ sull’economia, le Borse mondiali subiscono le perdite piĂą pesanti da dicembre.
Per il quotidiano inglese, “le due potenze sono insoddisfatte dell’attuale ordine mondiale” anche se “la natura della loro infelicità è molto diversa”.
Tariffe su 60 miliardi di merci made in Usa. Ue avvisa Trump: “pronti a reagire in caso di dazi su auto”. Mercati tremano
Le principali Borse europee chiudono in calo, penalizzate dall’affievolirsi delle speranze che Usa e Cina possano giungere a un accordo sul fronte commerciale. Dopo la nuova escalation sui dazi, l’indice paneuropeo EuroStoxx 50 chiude a -1,16%. Tra i più penalizzati Basf, LVMH, Asml e Daimler. In controtendenza Eni e Iberdrola.A Milano il listino Ftse Mib
In avvio di contrattazioni a Wall Street i principali indici di Borsa sono in netto calo con il Dow Jones che – in calo di 553 punti (-2,13%) al momento – ha bucato al ribasso un livello tecnico chiave. Violata la media mobile a 200 giorni. Le Borse hanno subito un’accelerazione al ribasso dopo che Pechino
Dopo l’aumento delle tariffe deciso dal presidente Donald Trump, lo yuan cinese affonda segnando il crollo piĂą forte in nove mesi arrivando a calare dello 0,8% al 6,9040, il livello piĂą debole dal 27 dicembre scorso.Un crollo che riflette l’escalation delle ostilitĂ commerciali  in corso con gli Stati. Secondo alcuni analisti la valuta cinese arriverĂ
Mercati tesi in attesa di conoscere dettagli su risposta Cina a dazi di Trump, ma in caso di shock geopolitici spesso la miglior cosa fare è non reagire.
Dal deprezzamento dello yuan ai bond. Le armi nelle mani di Pechino per colpire l’economia Usa.