Iraq pagina 2
Fase di assestamento dopo i record dell’azionario mondiale. Investitori ottimisti sull’economia vanno a caccia di rendimenti ignorando timori geopolitici.
Con le forze federali irachene entrate a Kirkuk, città ricca di risorse petrolifere contesa con il Kurdistan, e il conseguente accentuarsi delle tensioni in Iraq, accese dal referendum sull’indipendenza promosso e tenuto dai curdi il mese scorso, i prezzi del petrolio salgono di circa un punto percentuale. Il Brent guadagna poco più dell’1% a 57,83 dollari
Da Iraq e Turchia misure punitive per colpire l’economia della regione: prezzi petrolio farebbero un gran balzo in caso di conflitto militare, che non è da escludere.
Dopo una vita passata senza una patria e una nazione che riconoscesse la loro lingua e cultura, i curdi iracheni si sono presi il diritto con la forza del voto popolare. Il leader dei curdi in Iraq ha annunciato ieri che il popolo della parte settentrionale del paese ha votato si all’indipendenza in un referendum
“Non discuteremo né avremo dialoghi sui risultati del referendum, perché esso è incostituzionale”. Così si è espresso il primo ministro iracheno Haider al-Abadi in un discorso trasmesso sulla televisione di stato in merito al referendum che si è tenuto ieri sull’indipendenza del Kurdistan in Iraq.L’affluenza al voto sarebbe stata elevata, pari a circa il 72 per cento
Per la terza volta in dieci sedute, i contratti sul WTI con consegna novembre hanno oltrepassato la soglia dei 51 dollari al barile, questa volta interrompendo la corsa sui massimi da maggio. A sostenere i prezzi della materia prima sono le tensioni circa il risultato del referendum per l’indipendenza dei curdi in Iraq. Un contributo
Petrolio ben intonato nelle contrattazioni odierne dopo che l’Iraq ha annunciato che l’Opec e i suoi partner stanno prendendo in considerazione la possibilità di prolungare e forse persino aumentare i tagli alla produzione di greggio. Il contratto sul Wti con scadenza novembre 2071 quota 50,44 dollari al barile al momento, mentre il future analogo sul
La corsa dei prezzi del petrolio continua sui mercati, sostenuta dalle indiscrezioni secondo cui il piano di tagli alla produzione non solo verrà esteso bensì verrà anche ampliato nel tentativo di ridurre l’offerta in eccesso. Intervenuto da Londra il ministro del Petrolio dell’Iraq ha detto che il suo paese ha rispettato gli impegni presi con l’Opec
Il presidente Trump firmerĂ un nuovo ordine esecutivo oggi che esclude l’Iraq dalla lista dei paesi a maggioranza musulmana
Secondo dei documenti visionati dal WSJ l’Iraq sarebbe in procinto di aumentare la produzione di petrolio nel mese di gennaio 2017 tradendo gli accordi presi poco piĂą di una settimana fa