Roubini pagina 8
Perdite sui listini lontane dai minimi di seduta. Il Dow era arrivato a perdere quota 11000. Inverte rotta il Vix, chiudendo in calo. Euro in caduta ma riesce a recuperare $1.31.
Quadro fosco: Atene costretta a rifinanziare il proprio debito, Spagna alle prese con un sistema finanziario piu’ in crisi di quanto stimato da Zapatero, Dopo Grecia e Irlanda, fari sul possibile bailout di Lisbona. E per Madrid non ci saranno soldi. Usa sull’orlo di un’altra recessione.
I mercati europei non ripetono il bis dopo la giornata di ieri; tanti i dubbi sull’efficacia di scommettere sulla ripresa dell’economia globale. Ma dopo aver azzerato i guadagni Piazza Affari ritenta la strada rialzista. Regina del Ftse Mib è Telecom.
Proprio nel momento in cui si scommette sulla capacitĂ della Fed di riuscire a trovare una soluzione alla crescita anemica degli Stati Uniti, il famoso guru torna a parlare. E prevede che nei paesi industrializzati la ripresa sarĂ ad “U”.
Si va materializzando la sesta seduta positiva su sette. Ma i mercati sono minacciati dalla paura suscitata dai problemi delle banche europee. Si segnala una carenza di volumi da qualche seduta a questa parte.
I timori circa la liquidita’ di Deutsche Bank si fanno sentire, ma il mercato respinge l’assalto dei ribassisti. Texas Instruments riduce l’outlook 2010 sulle vendite. Attenzione rivolta ancora una volta a Obama.
I problemi di liquidita’ di Deutsche Bank mettono a dura prova i listini. Per l’economista Roubini si rischia un ritorno alla recessione nella seconda meta’ dell’anno. Bel balzo del petrolio. Occhi puntati su Obama.
Molto bene invece le piazze asiatiche spronate dagli ultimi dati resi noti negli Stati Uniti. Brilla l’euro che supera la soglia psicologica degli 1,29 punti. In evidenza a livello settoriale sui mercati soprattutto il balzo delle utility.
Grande attesa per il rapporto sull’occupazione degli Stati Uniti. E intanto il numero uno di Bankitalia mette in guardia contro la fragilitĂ dei mercati. A Piazza Affari tra i migliori si mettono in evidenza Intesa San Paolo, Autogrill, Eni. GiĂą Atlantia, Ansaldo e Parmalat.
Per non parlare della situazione negli Stati Uniti dove non c’è necessario parlare di “double dip” per riconoscere che la probabilitĂ di una recessione è alta. E dove ben 400 banche Usa rischiano il fallimento.