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Per colmare un buco da 10 miliardi di euro nel budget, parlamento vuole introdurre web tax, tassa sulle transazioni finanziarie e tassa ambientale.
Il ministro dell’Economia francese annuncia una tassa compresa tra il 2% e il 6% del fatturato, in una Direttiva Comunitaria imminente.
La Commissione vuole tassare i giganti del web negli Stati membri dove la loro attività genera valore piuttosto che dove essi hanno sede legale
La web tax è un danno per le imprese italiane: a dirlo l’Ubp.
È una delle ultime novità emersa dal pacchetto di emendamenti presentati dal relatore e presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia (Pd). Raggiunto l’accordo sul pacchetto famiglia.
Dopo una serie di stop e rinvii, ieri la Commissione Bilancio al Senato ha dato il via libera alla tassa sulle transazioni digitali. Esclusi gli agricoltori.
Tra le ipotesi, imposta indiretta su una forchetta del reddito tra il 6 e il 10%.
Il governo pensa all’inserimento della web tax direttamente nella Finanziaria.
E’ ora che le attività commerciali compiute da big del web siano tassate in modo più equo: è questo nella sostanza il monito firmato dai Italia, Francia, Germania e Spagna in un documento congiunto che prepara il terreno al vertice di Tallin sul digitale, atteso per venerdì, e nel quale i capi di Stato e
Francia in prima linea nel definire la web tax europea che potrebbe tassare i colossi del web non sui profitti ma sul fatturato, una rivoluzione in campo fiscale