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Taglio Tasi un favore ai ricchi: lo dicono Ue, Ocse, Fmi, Bankitalia e Corte dei conti

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ROMA (WSI) – Tagliando la tassa sulla casa si fa un favore ai ricchi e non si aiuta invece la produttività e crescita economica dell’Itali. A dirlo sono in coro autorità europee, Corte dei Conti e Bankitalia.

Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, va ripetendo che le autorità europee non possono dire al governo italiano cosa deve o non deve tagliare in materia fiscale. Si tratta di dichiarazioni condivisibili da un’ampia fetta della popolazione, ma che non rispecchiano affatto la realtà. L’Italia deve rispettare le regole e tenere i conti in attivo.

Per farlo il miglior modo non è certo ridurre le tasse sulla casa, che peraltro non farebbero nulla per stimolare la crescita, secondo economisti, Bankitalia, Corte dei Conti e le stesse autorità europee.

Meglio sarebbe concentrarsi su una riduzione del costo del lavoro, che farebbe molto di più per risolvere una delle crisi più drammatiche della terza economia della moneta unica: quella della disoccupazione galoppante, in particolare tra i giovani.

Il premier ha margini di manovra che vanno oltre la flessibilità promessa da Bruxelles, ma i soldi ottenuti con le risorse provenienti dalla spending review potrebbero essere spesi meglio che nella riduzione delle imposte sugli immobili o sul mancato rialzo dell’iva.

Anziché concentrarsi su consumi e casa, secondo il Consiglio europeo l’Italia dovrebbe alleggerrire “il carico fiscale che grava su lavoro e capitali”. Insomma esattamente il contrario rispetto a quanto promesso dal premier, che ha più volte espresso l’intenzione di eliminare Tasi e Imu sulla prima abitazione con la prossima manovra finanziaria.

Fonti di Bruxelles hanno comunicato che lo spazio di manovra sul deficit concesso a Roma ammonta a circa 6,4 miliardi, non i 17 che Renzi domenica ha dato per acquisiti.

Intanto la Corte dei Conti ha avvertito che “la distribuzione dell’onere fiscale penalizza i fattori produttivi rispetto alla tassazione dei consumi e del patrimoio”. Le autorità d’Europa chiedono meno tasse sul lavoro e di più su Iva e casa.

L’Italia è al primo posto in Europa per quanto riguarda i prelievi sui redditi da lavoro, sette punti sopra la media, al secondo posto per quanto concerne i redditi d’impresa (tre volte il livello d’Irlanda e 10 punti oltre la media) mentre siamo 22esimi nei consumi. Negli immobili siamo quarti, dopo essere saliti in seguito all’incremento di +0,9 punti ottenuto con l’introduzione dell’Imu dal 2011 in poi.

Istituti nazionali e internazionali come Bankitalia, Ocse, Eurostat e Fmi sono tutti d’accordo nell’indicare come siano i carichi fiscali su redditi di impresa e da lavoro a ostacolare la crescita; le imposte su consumi e patrimoni vengono dopo, suggerendo di spostare l’onere tributario dal lavoro ai consumi e i beni come la casa.

Per Ignazio Visco più che un taglio delle tasse su un asset “che non si sposta” come la casa, servirebbe apiuttosto una “semplificazione” per i contribuenti. Il governo vuole andare in questa direzione con l’introduzione di una Local Tax, fusione di Imu e Tasi che veranno abolite.

Quello che non dice l’esecutivo è che il 31% dei contribuenti della fascia più bassa già non la paga la tassa sui servizi indivisibili dei Comuni, che porta allo Stato 3,5 miliardi di euro, lo 0,21% del Pil nazionale. Il 30% più ricco degli italiani paga il 54,9% di tali entrate provenienti dal versamento della Tasi. Il 30% più povero paga solo il 10,9% del totale. Peccato che sia saltata la riforma del catasto: rimodulando le rendite avrebbe garantito un fisco più equo in materia immobiliare.

Ad augurarsi la Fiaip che si lamenta delle ingerenze europee: “Non comprendiamo come “fonti europee non meglio identificate” possano incidere sulle politiche fiscali dell’Italia e penalizzare così le strategie per il rilancio dell’economia del nostro paese”, dice il presidente dell’associazione degli agenti immobiliari Paolo Righi.

“Siamo convinti che Renzi e Padoan non si lascino intimorire in queste ore dalle solite lobby finanziarie europee e la scelta dei tagli fiscali sull’Imu sulla prima casa e la Tasi sia già realizzabile a partire dal 2016”.

(DaC)