MILANO (WSI) – Se dovesse avere ragione l’inchiesta, sarebbe un raro caso di corruzione ministeriale la supposta tangente da 2,4 milioni di euro che, nel marzo 2009, il tributarista Giulio Tremonti, nelle sue funzioni di allora ministro dell’Economia nel quarto governo Berlusconi, avrebbe incassato da Finmeccanica (controllata dal Tesoro) in cambio dell’ammorbidimento della propria iniziale contrarietà al controverso e stratosferico acquisto per 3,4 miliardi di euro nel luglio 2008 della società statunitense «Drs» fornitrice del Pentagono.
Una tangente che sarebbe stata veicolata dietro lo schermo di una parcella professionale liquidata da Finmeccanica, a saldo di una apparente consulenza sui profili fiscali appunto dell’acquisizione dell’americana «Drs», allo studio tributaristico «Vitali Romagnoli Piccardi & Associati», dal quale il fondatore Tremonti era formalmente uscito essendo divenuto ministro e di cui oggi è di nuovo socio.
Indagine della Procura di Milano
È quanto prospetta la Procura di Milano nell’indagare, per l’ipotesi di reato di corruzione, l’ex ministro Tremonti; uno dei suoi soci commercialisti di studio, Enrico Vitali; l’ex presidente di Finmeccanica (dal 2002 al 2011 con buonuscita di 5,5 milioni) Pierfrancesco Guarguaglini, prosciolto nel 2013 dopo essere stato indagato a Roma nel 2011 per false fatturazioni, reindagato a Roma per false fatturazioni nell’indagine sui bus, e nel marzo scorso anche a Napoli in una indagine sul sistema di tracciamento dei rifiuti «Sistri» nella quale il gip ha respinto la richiesta di arrestarlo; e Alessandro Pansa, l’ex direttore finanziario di Finmeccanica uscito 6 mesi fa con «un’indennità compensativa» di 5,4 milioni dopo che per la presidenza gli è stato preferito l’ex ad di Fs Mauro Moretti.
La natura ministeriale dell’asserita corruzione produrrà ora un effetto procedurale obbligato: la trasmissione degli atti, entro 15 giorni e senza intanto svolgere alcun atto di indagine, al Tribunale dei ministri di Milano, competente sull’istruttoria entro 90 giorni e composto in questo momento dal presidente di sezione civile del Tribunale di Como, Paolo Negri Della Torre, dal capo dei gip di Monza, Alfredo De Lillo, e dal giudice del lavoro di Milano, Stefano Tarantola.
Nuovi elementi in mano ai pm
Da subito, però, Tremonti-Vitali-Guarguaglini-Pansa potranno presentare memorie o chiedere di essere ascoltati, anche per capire di quali nuovi elementi dispongano i pm milanesi Roberto Pellicano e Giovanni Polizzi per determinarsi a indagarli ora, visto che ciò non era accaduto quando nel 2010 l’arrestato ex consulente di Finmeccanica, Lorenzo Cola (3 anni e 4 mesi poi patteggiati per un’altra vicenda), in un interrogatorio al pm romano Paolo Ielo aveva collegato il cambio di atteggiamento del ministro Tremonti (da contrario a favorevole) proprio alla parcella liquidata da Finmeccanica allo studio dei soci del ministro. Tremonti in aprile ha patteggiato a Roma 4 mesi, convertiti in 30 mila euro di pena pecuniaria e 10 mila di multa, per finanziamento illecito legato all’affitto di una casa messagli a disposizione dal suo ex consigliere Marco Milanese.
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