ROMA (WSI) – Lo scoppio dello scandalo sulle presunte tangenti e favoritismi per le Grandi Opere potrebbe costare il posto al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Maurizio Lupi starebbe infatti pensando alle dimissioni, secondo quanto riferito dal segretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio. Lui per ora nega e oggi dovrà riferire in aula durante un acceso Question Time alla Camera, dove M5S e Sel, partiti all’opposizione, hanno chiesto una mozione di sfiducia per il ministro che dalle ultime rilevazioni pare abbia fatto trovare un posto di lavoro per il figlio.
Dalle intercettazioni emerge il ruolo avuto da Maurizio Lupi per ‘sistemare’ il figlio Luca. A gennaio 2014 Lupi chiese a Incalza di incontrare il figlio. Il super dirigente del ministero si attiva e chiama in causa Perotti, anche lui agli arresti.
In un’altra telefonata intercettata a fine gennaio Perotti discute con Incalza di come, dove e quando fare lavorare Luca Lupi. A fine mese il giovane ingegnere trova un posto in un cantiere dell’Eni dove non a caso Perotti ha ottenuto la conduzione dei lavori. L’imprenditore si è poi attivato per trovare al giovane un lavoro a New York, nello studio Mor, dove si trova al momento.
I documenti legali – secondo l’opposizione – sottolineano “la vicinanza nonché dipendenza del ministro delle Infrastrutture all’ingegner Ercole Incalza”, al centro dell’inchiesta su un presunto “sistema corruttivo” per la gestione degli appalti per le Grandi Opere pubbliche.
E a prescindere dalla colpevolezza di Lupi, ancora tutta da dimostrare per vie penali, secondo M5S e Sel ormai la credibilità del ministro è compromessa.
Con il diretto contributo dell’imprenditore Stefano Perotti, il super dirigente del ministero dei Lavori Pubblici (ora consulente esterno) avrebbe organizzato l’illecita gestione degli appalti.
Sulla posizione delicata di Lupi e il ruolo avuto nel ‘piazzare’ il figlio, Delrio ha dichiarato: “È chiaro che ci sono valutazioni politiche che si faranno ma ci vuole un po’ più di contezza delle carte. Poi c’è una decisione che spetta al singolo e credo che sia in corso una valutazione da parte del ministro”.
E mentre Lupi dovrà difendersi dalle accuse in un’aula parlamentare, Incalza sarà interrogato dagli inquirenti nel carcere di Regina Coeli. Dovrà spiegare come mai era lui che veniva indicato come il deus ex machina degli appalti per le Grandi Opere.
L’ex alto dirigente delle Ferrovie dello Stato Giovanni Paolo Gaspari nel novembre del 2013 dice in una conversazione telefonica con Giulio Burchi, ex presidente di Italferr, che “Ercolino, è lui che decide i nomi… sì… sì.. tra tutti i suoi… sì… sì… ancora. Fa il bello e il cattivo tempo ormai là dentro..”.
Gli indagati della procura di Firenze sono 51 tra cui Antonio Acerbo, ex manager di Expo già arrestato ad ottobre dell’anno scorso nel filone dell’inchiesta milanese sulla “cupola degli appalti”. È accusato di turbativa d’asta per aver pilotato la gara per il “Palazzo d’Italia”.
(DaC)