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Tapering, stipendi Usa in crescita rinvigoriscono i falchi della Fed

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L’occupazione negli Stati Uniti è cresciuta ad agosto meno del previsto, mentre il ritmo di crescita delle retribuzioni orarie è stato il più consistente dallo scorso marzo. Si tratta di segnali che potrebbero spingere la Federal Reserve a prendere tempo per il tapering, anche perchè sarà sempre più difficile sostenere che l’incremento dell’inflazione sia solo temporaneo.

Il dipartimento del Lavoro Usa ha fatto sapere che i posti di lavoro sono aumentati ad agosto di 235mila unità, contro le circa 730mila previste dal consenso degli economisti.

L’incremento nettamente è stato al di sotto delle attese soprattutto perché il settore dei servizi non hanno contribuito a creare i posti di lavoro previsti. A luglio l’incremento era stato di 943mila unità.

Parallelamente, sono aumentate del 4,3% le retribuzioni orarie. Il tasso di partecipazione al lavoro è rimasto al 67,1%, segno che gli incrementi salariali non sono stati sufficienti ad accrescere la platea della popolazione attiva.

Questo scenario sembra avvicinare il timore della spirale salari-prezzi in grado di attivare le forme più perniciose di inflazione (che finora la Federal Reserve ha dichiarato di non vedere).

“Per la Fed appare aprirsi uno scenario di potenziale dilemma di politica monetaria: cosa tenere in maggiore considerazione, i segnali di rallentamento (anche occupazionale) o la dinamica dell’inflazione?”, ha dichiarato in un nota Antonio Cesarano, Chief Global Strategist di Intermonte Sim.

“Il dilemma può portare la Fed a prendere tempo rinviando le scelte sul tapering agli ultimi mesi dell’anno”, ha aggiunto l’esperto, “la riunione del 22 settembre pertanto potrebbe rivelarsi ancora non decisiva, sebbene sia probabile che, fino ad allora, le voci dei falchi del board si faranno sentire in modo più forte chiedendo un avvio celere del tapering. In questo contesto l’ipotesi di temporaneo rialzo dei tassi + steepening della curva tra settembre ed ottobre rimane confermata”.

Intorno alle 17 e 30 italiane l’indice S&P 500 procede in sostanziale parità, mantenendosi vicino al record segnato il 2 settembre.