Una pioggia di aumenti è in arrivo per la Tari, la tassa sui rifiuti. Così dovranno fare i conti con rincari i residenti di Roma (di quasi il 3%), Firenze (+3,2% per cittadini e imprese), Padova (+3,3% in media), Ancona e Perugia (+7% circa). Milano è una delle poche città a muoversi in controtendenza.
Tari: cos’è e chi la deve pagare
La tassa sui rifiuti (TARI) è il tributo destinato a finanziare i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti ed è dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte suscettibili di produrre i rifiuti medesimi.Il presupposto della TARI è il possesso o la detenzione a qualsiasi titolo di locali o di aree scoperte operative suscettibili di produrre rifiuti urbani.
La TARI è dovuta da chiunque possieda o detenga il locale o l’area e, quindi, dal soggetto utilizzatore dell’immobile. In caso di detenzione breve dell’immobile, di durata non superiore a sei mesi, invece, la tassa non è dovuta dall’utilizzatore ma resta esclusivamente in capo al possessore (proprietario o titolare di usufrutto, uso, abitazione o superficie). In caso di pluralità di utilizzatori, essi sono tenuti in solido all’adempimento dell’unica obbligazione tributa
Tari: i motivi dei rincari
La Tari si compone di una parte fissa e di una variabile che ogni anno predispongono i comuni. Ebbene, molti comuni non hanno ancora inviato gli avvisi di pagamento perché il governo ha concesso, con un emendamento al decreto Superbonus, una proroga al 30 giugno del termine fissato per le Amministrazioni (originariamente al 30 aprile) per approvare le nuove tariffe della tassa rifiuti.
Nel frattempo l’Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, nella predisposizione delle tariffe relative all’anno in corso, ha chiesto alle amministrazioni comunali di prevedere un aumento dei costi delle bollette.
Il motivo? Accelerare il recupero dell’inflazione, che ha caratterizzato gli ultimi anni e che ha finito per aumentare i costi fissi. All’inflazione, si aggiungono le guerre e i prezzi dell’energia. Tradotto: rincari in vista.
Per fare qualche esempio a Palermo il Comune ha appena approvato rincari del 6% in media, +5,6% a Verona. Ma i Comuni si difendono sottolineando che poteva anche andare peggio. Così a Roma, la giunta ha affermato che il salasso per i cittadini sarebbe dovuto essere del 14%, così anche a Verona gli incrementi potevano essere superiori al 7%.
C’è comunque da sottolineare che, negli ultimi cinque anni, secondo la Uil, il costo della Tari è lievitato di circa il 7%. Solo nel 2023, ha calcolato invece Cittadinanzattiva, il costo della tassa ha toccato in Italia in media quota 320 euro a famiglia, in crescita del 2% sul 2022.
Il commento del Codacons
I rincari della Tari applicati da molti comuni italiani sono per il Codacons del tutto ingiustificati e rappresentano un danno economico enorme per i cittadini.
“A fronte del crollo dei prezzi dell’energia e al generalizzato e sensibile ribasso dell’inflazione, la tariffa sui rifiuti doveva diminuire in tutta Italia ma, al contrario, si registrano aumenti anche importanti in tutti i principali comuni – attacca il presidente Carlo Rienzi – Una evidente ingiustizia e un danno economico per le famiglie costrette a sopportare rincari del tutto immotivati. E oltre al danno si aggiunge anche la beffa: la Tari aumenta di più proprio in quelle città dove il servizio di raccolta rifiuti registra un sensibile peggioramento, un paradosso tutto italiano che non ha eguali nel mondo” – conclude Rienzi.