Milano, Napoli, Catanzaro, Ancona, Pisa, Siena, Rimini, Siracusa sono alcuni dei tanti comuni che hanno fatto pagare in più la tari, la tassa sui rifiuti ai malcapitati contribuenti e tutto per colpa di errori nel calcolo della quota variabile che è stata applicata anche sulle pertinenze delle case. Alcune amministrazioni hanno fatto pagare ai loro cittadini addirittura il 70-80% in più di quanto dovuto.
Un errore che è stato confermato anche dal Ministero delle Finanze e anche dall’Agenzia delle Entrate che ha dettato le istruzioni per chiedere al proprio comune il rimborso di quanto versato in più. Per verificare se si rientra nella casistica di chi ha pagato in più, occorrerà controllare il bollettino di pagamento e andare a cercare le voci Pf (parte o quota fissa) e Pv (parte a quota variabile). Se la parte variabile è troppo elevata, vuol dire che il rischio che è stato commesso l’errore. Per chi trovasse difficoltà a capire se si è pagato di più o meno, basta rivolgersi al proprio comune.
Per chiedere il rimborso basta inviare in carta semplice al Comune o al gestore del servizio una raccomandata con ricevuta di ritorno o una Pec, intimando il rimborso entro e non oltre i 30 giorni. Qualora la risposta del Comune fosse negativa entro 60 giorni di tempo si può agire in Commissione tributaria.
Con l’anno nuovo la Tari non deve essere aumentata. A sostenerlo il Ministero dell’economia e delle finanze che ha sostenuto l’assoluta illegittimità di aumenti ritorsivi della Tari nel 2018 perché non correlati ai costi del servizio effettivi sostenuti dalle aziende di raccolta e smaltimento dei rifiuti bensì ad un errore degli uffici tributi dei Comuni. Nel rispondere ad una nuova interpellanza del deputato del Movimento 5 stelle Giuseppe L’Abbate il MEF ha infatti chiarito nuovamente che il mancato gettito della TARI può essere caricata sugli anni successivi solo quando dipende da “riduzione delle superfici imponibili” oppure da “eventi imprevedibili”. E fra questi non rientra il caso della moltiplicazione del tributo sulle pertinenze in violazione del DPR 158/99.
Una affermazione che riprende quanto ribadito più volte dal Presidente Nazionale MDC Francesco Luongo.
“Il Movimento Difesa del Cittadino esprime soddisfazione per la giusta interpretazione della norma da parte del MEF che rende vane le minacce pervenute ai contribuenti in queste settimane, quasi invitati a non reagire a questo storico sopruso ed invita l’Anci ad attivare con urgenza un tavolo per pianificare i rimborsi automatici ai contribuenti lesi dal gennaio 2014, chiarire le modalità di eventuali conguagli a carico dei contribuenti e ad accertare l’ effettiva disponibilità o indebito utilizzo da parte dei Comuni coinvolti della “riserva imprevisti”, consigliata nei piani finanziari dalle istruzioni ministeriali sulla Tares pari del 5 per mille pari oggi al 2% delle entrate annuali dal 2014 con la Tari”.