Roma – Un gruppo di ufficiali della Nato e di Paesi del Golfo Persico ha istituito una task force segreta a Iskenderun, nella provincia turca di Hatay, per preparare la creazione di corridoi umanitari nella confinante Siria.
E’ quanto scrive Debkafile, sito vicino all’intelligence israeliana, secondo cui un intervento occidentale ed arabo nel Paese di Bashar al-Assad “e’ in stato di avanzata pianificazione operativa”.
Nonostante la presenza di Stati Uniti, Francia, Canada, Qatar e Emirati Arabi Uniti, con i funzionari turchi a fare da spalla, il gruppo ritrovatosi in segreto non rappresenta in alcun modo la Nato, bensi’ si identifica come “unita’ auto-designata incaricata di monitorare la situazione”.
A Istanbul, nel frattempo il ministro turco degli Esteri Ahmet Davutoglu ha annunciato che sebbene il suo governo auspichi una conclusione pacifica alla crisi internazionale e speri che un intervento militare non si renda necessario, il suo paese “e’ pronto a qualsiasi scenario”. Un regime che tortura la propria popolazione non ha possibilita’ di sopravvivere, ha aggiunto Ahmet.
E’ la prima volta che la Turchia assume una posizione cosi’ estrema nei confronti del paese confinante. Cina e Russia, alleati storici della Siria, si sono in piu’ occasioni dette contrarie a ricorrere ad operazioni di questo tipo per mettere fine alla escalation della crisi.
L’attacco militare in Libia di Francia e Nato e’ stato giustificato proprio per via del “massacro di civili” compiuto dal colonnello al potere, il rais Muhamar Gheddafi. Secondo l’Onu la repressione compiuta dalle forze di sicurezza siriane e’ da considerare un crimine contro l’umanita’.
La Lega Araba ha imposto sanzioni contro Damasco. Consapevole della minaccia, il ministro siriano degli Esteri al-Moallem ha accusato l’organizzazione delle nazioni di Nordafrica, Corno d’Africa e Medioriente di aver dichiarato guerra economica alla Siria.