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TASSA DEL LUSSO: SORU INSEGUE
GLI EVASORI

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(WSI) – I primi avvisi di pagamento arriveranno fra qualche settimana ai proprietari dei maxi yachts: su 3 mila approdati nei porti sardi, nel 2006 hanno versato la tassa soltanto 250, gli altri 2800 — evasori, potenziali per ora — sono stati individuati dal corpo forestale regionale. Poi sarà la volta dei proprietari di case; entro marzo i non residenti in Sardegna riceveranno la notifica di accertamento e dovranno pagare a maggio quasi certamente con le medesime modalità con le quali si pagano i tributi allo Stato, il modello F 24. Il governatore Renato Soru non torna indietro: è caccia ai super ricchi.

Difficile farla franca, perché ci sarà un incrocio fra i dati della Regione e del ministero delle Finanze. Con una novità, aggiuntiva: la tassa di soggiorno: «Che cosa saranno mai 3/4 euro al giorno in più per chi arriva in Sardegna e usufruisce di territorio e servizi?», aveva dichiarato a luglio. Ora la norma sarà inserita nella legge finanziaria regionale, da approvare entro febbraio forse anche con modifiche (però non sostanziali) alle tasse sul lusso. Soru non vuole dare anticipazioni: «Le finanziarie si fanno, non si annunciano».

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LE CIFRE — Su turismo, ambiente e imposte su seconde case e imbarcazioni alla battaglia delle parole — all’apice la scorsa estate con discesa in campo di Flavio Briatore anti Soru e contestazione by night al Billionaire — segue ora la guerra per stanare chi non ha pagato. Il gettito delle imbarcazioni è stato di 1 milione e 600 mila euro. Il 90 per cento ha evaso la tassa e le somme non incassate sono rilevanti: fra i 15 e i 20 milioni di euro per le imbarcazioni e forse più di 100 milioni di euro per le seconde case, per le quali il pagamento era stato differito a maggio 2007. Per gli yachts tassabili (lunghezza più di 14 metri) con bandiera italiana non pagare sarà difficile: oltre alle sanzioni potranno scattare procedure di rivalsa (sequestro?) sull’imbarcazione.

Procedure più problematiche e lunghe per bandiere estere e «ombra ». Quanto alle seconde case l’agenzia delle entrate ha già censito 290 mila immobili sulla fascia costiera, dei quali 55 mila di proprietà di non residenti, perciò soggetti alla tassa. Numeri destinati a crescere fra un mese, quando il censimento sarà completato. «Siamo operativi da novembre — afferma il direttore Gianluigi Giuliano — e abbiamo già una mappatura degli immobili da tassare. Lavoriamo in 4, per il censimento alcune società private avevano chiesto fino a 1,5 milioni di euro. E noi non ne abbiamo speso neanche uno».

Nella finanziaria regionale ci saranno anche alcune modifiche necessarie per far ritirare il ricorso presentato dal governo alla Corte costituzionale. La tassa sugli immobili dovrà essere pagata dai non residenti in Sardegna (ora sono esentati i nati nell’isola, gli emigrati e i loro figli anche se non residenti). Possibili ritocchi sulle plusvalenze da vendite di seconde case — ora c’è una sovrapposizione con la finanziaria nazionale — che forse saranno dovute soltanto per i passaggi di proprietà dopo 5 anni dall’acquisto. Allo studio l’esenzione parziale per chi utilizzerà per periodi limitati il suo alloggio e per qualche mese lo metterà a disposizione (ad esempio di alberghi) come struttura ricettiva.

REFERENDUM — Ma su turismo e coste è guerra anche politica. Mauro Pili, ex presidente della Regione e ora deputato di Forza Italia, e il centrodestra hanno promosso un referendum per abrogare il piano paesaggistico che vieta le costruzioni fino a oltre 2 chilometri dalle coste. La raccolta delle firme (ne sono necessarie 10 mila) è in corso, le polemiche anche: «Vogliono ritornare alle cementificazione selvaggia» accusa l’assessore regionale all’urbanistica Gian Valerio Sanna. «Niente affatto, la Sardegna sarà tutelata come tutte le altre regioni dal Codice Urbani — replica Pili — le follie ambientalistiche di Soru hanno prodotto finora 24 mila disoccupati; vogliamo evitarne altre migliaia».

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