MILANO (WSI) – Un crollo. Un anno dopo l’entrata in vigore della tassa sulle transazioni finanziarie i volumi degli scambi a Piazza Affari sono scesi di oltre il 30%.
A fare il punto è un report appena pubblicato Credit Suisse. «La tassa sulle transazioni finanziarie – scrivono gli analisti del gruppo – continua ad essere una delle principali preoccupazioni per gli investitori europei».
La fotografia scattata dalla banca mostra che, mentre in Francia gli effetti dell’aumento dell’aliquota sono stati sostanzialmente contenuti (il volume degli scambi è sceso del 6,4%), Piazza Affari ha reagito molto male alla stretta. Il crollo dei volumi delle transazioni negli ultimi 12 mesi ha sfiorato il 30%.
Tenendo conto della crescita media degli altri mercati europei, però, la flessione è superiore al 34%.
Il tax rate più elevato per le operazioni fuori Borsa ha portato, si legge nel documento, ad una «drastica riduzione» delle stesse, passate dal 40,6% al 10,9%.
In origine, la Commissione europea aveva previsto l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie in tutti i 27 stati membri dell’UE. Sebbene non vi sia stata unanimità , undici stati membri hanno chiesto alla Commissione di continuare a perseguire la tassa sulle transazioni finanziarie europea: tra questi, a partire dal marzo del 2013, c’è l’Italia che ha fissato un’aliquota dello 0,1 per cento sulle azioni e dello 0,2% sulle transazioni Otc (ovvero i mercati non regolamentati).
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