ROMA (WSI) – Le sanzioni per un cittadino italiano che vorrà auto denunciarsi e fare rientrare i capitali depositati all’estero rimarranno invariate, ma si allungherà di un anno l’arco temporale di applicazione. È una delle novità principali allo studio del governo per la normativa sulla voluntary disclosure bis.
L’estensione al 30 settembre 2015, ossia di un anno, alla possibilità data agli evasori italiani di decidere se optare per rientro dei capitali in Italia, andando in contro a sanzioni ridotte. Una win-win situation per tutti, che si tradurrà in 3 miliardi e 835,7 milioni di euro di entrate addizionali per le casse dello Stato.
Tra le ipotesi vagliate, come spiega Il Sole 24 Ore, ci sarebbe anche quella di “arrivare a coprire un arco temporale di sei anni, includendo anche il 2009 ormai non più accertabile (salvi i casi di raddoppio dei termini). Il tutto, come anticipato, a penalità invariate rispetto alla voluntary 1.0″.
Cosa cambia dopo i Panama Papers
In merito all’evasione fiscale e al rientro di capitali, dopo lo scandalo dei Panama Papers che ha sensibilizzato maggiormente l’opinione pubblica e le autorità sui conti offshore – lo scenario sul piano internazionale è destinato a cambiare in modo drastico nei prossimi anni.
Dal 2018 per esempio vedrà la luce l’effettivo scambio automatico di informazioni tra le diverse autorità fiscali nazionali. Come scrivono Marco Mobili e Giovanni Parente sul quotidiano di Confindustria si tratta di un “passaggio-chiave per escludere a priori ogni ipotesi di voluntary disclosure a regime”.
Il governo Renzi continua nel frattempo a fissare e tenere incontri con diversi paradisi fiscali. Tra i primi c’è stato quello con la Svizzera, che è andato a buon fine e ha portato alla fine del segreto bancario.
L’ultimo in ordine di tempo è stato con Panama. La settimana scorsa i funzionari dello Stato del Centro America, messi sotto pressione dopo la fuoriuscita della banca dati dei clienti dello studio legale di Mossack Fonseca, hanno dato la loro disponibilità ad aprire tutti i canali di informazione.
Fonte: Il Sole 24 Ore