Altro che riduzione delle tasse. Secondo una ricerca condotta da I-Com (l’Istituto per la Competitività), riportata dal Quotidiano Nazionale, non solo il taglio delle tasse locali non ci sarà ma da gennaio si rischia di dovere sborsare di più.
Questo perché la manovra di Bilancio presentata dal governo Conte prevede la fine del loro congelamento. Di conseguenza, secondo uno studio firmato Uil, l’addizionale comunale rischia di crescere in media di 36 euro, mentre quella regionale di 60 euro.
Secondo la fotografia scattata da I-Com sono oltre due mila i comuni (2.250 per la precisione), ovvero circa un quarto del totale e due regioni (Lazio e Piemonte), ad applicare l’aliquota massima delle addizionali Irpef.
A Roma, la somma tra imposta comunale e regionale, arriva al 4,23% e a Torino al 4,13%, per esempio. Si respira un po’ di più a Genova e Bologna, dove le tasse sono al 3,13%, a Milano (2,54%) e a Firenze (1,93%).
Il capoluogo toscano spicca tra i pochi esempi virtuosi dove l’amministrazione riesce a contenere la pressione fiscale locale, facendola arriva appena allo 0,2% (al quale si somma l’1,73% della tassa regionale).
Lo studio si concentra anche sui tempi di pagamento dei creditori, da parte dei Comuni. Maglia nera in questo senso spetta a Torino che paga mediamente le fatture in 72 giorni (con un ritardo di oltre 40 rispetto alla scadenza).
Sul fronte opposto, la più virtuosa è Venezia, che salda in media le aziende in 12 giorni (la normativa prevede un limite massimo ordinario di 30). Ottimi risultati per Firenze, con un tempo di pagamento medio di 19 giorni, Bologna (20 giorni) e Milano (21 giorni).