ROMA (WSI) – Tasi, Imu, Ici: gli acronimi per identificare le tasse sugli immobili cambiano, ma gli italiani continuano a pagare sempre di più a Stato e amministrazioni locali. Quest’anno il carico fiscale sugli immobili ha raggiunto quota 49,1 miliardi di euro, ben 11,4 miliardi in più rispetto al 2011, per un aumento su base annuale del +11% in cinque anni.
Sono le principali rilevazioni fatte dal Centro Studi ImpresaLavoro, secondo il quale, dopo la cifra record di 52,3 miliardi di euro raggiunta l’anno scorso, il gettito complessivo sui beni dell’immobiliare dovrebbe finalmente diminuire quest’anno, attestandosi a 49,1 miliardi (-6,1%).
Alla fine del 2016 la pressione fiscale nel mercato immobiliare sarà quindi, su base annua, dell’11% più alta rispetto ai livelli visti nel 2011. L’incremento in termini relativi raggiunge addirittura il +30,2%.
A registrare la crescita maggiore è la quota patrimoniale del prelievo, che è risultata più del doppio (+173%) secondo quanto riferito dalla Corte dei Conti, a differenza delle entrate attribuibili agli atti di trasferimento (-29%) e a quelle sul reddito immobiliare, sostanzialmente invariate malgrado l’aumento del gettito da locazioni, favorito dall’introduzione della cedolare secca sugli affitti.