Tasse: l’idea per ridurre le disuguaglianze del neo laureato al Nobel per l’Economia
LONDRA (WSI) – Per ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche non bisogna imporre tasse spropositate sui redditi più alti, è sufficiente avere politiche di redistribuzione eque.
È il parere del neo laureato al Nobel per le Scienze Economiche, lo scozzese Angus Deaton, che ha fatto carriera con le sue analisi precursori sui consumi, i risparmi, la povertà e le disuguaglianze.
Bisogna premiare chi ha successo, non penalizzarlo, secondo il professore dell’università di Princeton insignito del Nobel. È giusto avere politiche di ridistribuzione e scalini di aliquote che varino a seconda degli introiti, ma un balzello dell’85% sui redditi più alti, tanto per fare un esempio, rischia di punire attività imprenditoriali di successo.
“Il successo crea disuguaglianze, ma le politiche non devono strozzare il successo”. L’ineguaglianza è “una cosa estramemente complicata, sia nel buono sia nel cattivo senso”, per Deaton.
In un’intervista al Financial Times, il microeconomista ha spiegato che le “disuguaglianze in eccesso rischiano di produrre effetti collaterali negativi, dalla mancanza di servizi pubblici all’erosione della democrazia”. Ma allo stesso tempo, possono essere anche il prodotto del successo.
La linea di povertà, che è stata di recente ritoccata dalla Banca Mondiale da $1,25 al giorno a 1,90 dollari, non è mai piaciuta a Deaton, che resta molto scettico a riguardo.
“Concentrarsi sul numero di persone sotto la linea di povertà è come inseguire un Unicorno nel bosco”. “Non sono sicuro che la Banca Mondiale faccia bene a impiegare così tante forze nel progetto”.
Per capire i cambiamenti nel livello di benessere delle persone, bisognerebbe effettuare misure che vadano oltre a quelle dei soldi ricavati. “Non ci si può fermare solo al calcolo del reddito”.
Salute e istruzione sono decisamente deludenti in India, dove in termini di reddito pro capite per esempio la crescita è stata sostanziale e sostenibile.
Quanto ai 17 obiettivi e iniziative per uno sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite per ridurre i tassi di povertà, Deaton dice di non essere un fan, sottolineando che non c’è un modo per misurarli in modo corretto.
Fonte: Financial Times
(DaC)