Economia

Tassi Bce: l’inflazione ancora alta porta il mercato ad attendere un aumento di 0,25% a maggio

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L’inflazione è ancora troppo alta e la nostra politica monetaria ha ancora strada da fare e deve utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per ricondurla verso l’obiettivo del 2% nel medio termine“. La presidente della Bce Christine Lagarde ha rilasciato queste dichiarazioni nel corso di una conferenza tenutasi presso l’École Polytechnique di Parigi, anticipando di fatto l’intenzione di continuare ad aumentare i tassi di interesse. Ma i dubbi permangono, soprattutto sull’entità della nuova eventuale stretta monetaria.

Lagarde ha solo aggiunto che “la durata del percorso dipenderà da una serie di fattori e in particolare dall’impatto sul credito e sulla sua disponibilità dopo le tensioni finanziarie”. Le recenti crisi bancarie potrebbero infatti accelerare la trasmissione della politica monetaria ed evitare di procedere spediti sulla strada delle restrizioni monetarie. Per ora i tassi dei prestiti per famiglie e imprese sono effettivamente in aumento, mentre i volumi sono in frenata in tutta l’Eurozona.

Già le minute dell’ultima riunione del board Bce del 15-16 marzo anticipavano quanto dichiarato dalla presidente Bce: “nel contesto di una politica monetaria più restrittiva, c’erano da aspettarsi sacche di vulnerabilità finanziaria. Era inoltre prevedibile che gli operatori di mercato avrebbero scrutinato attentamente la solidità delle banche, quindi era probabile che persistesse un’elevata volatilità del mercato. Nel valutare i rischi per la stabilità finanziaria, si doveva considerare che la trasmissione della politica monetaria sarebbe stata probabilmente più forte durante stress del mercato che in periodi di calma“.

Ma i membri della Bce avevano in generale convenuto che “il Consiglio Direttivo dovrebbe astenersi dal comunicare aspettative incondizionate per il futuro andamento dei tassi di interesse. Tuttavia, è stata espressa la preoccupazione che l’assenza di tali orientamenti potesse essere interpretata come un’indicazione che il ciclo di rialzi stia per finire. Per questo motivo, è stato suggerito di trasmettere il messaggio che, se non si fossero verificate le recenti turbolenze di mercato, il Consiglio Direttivo avrebbe espresso l’aspettativa di un ulteriore aumento dei tassi, dato lo scenario di riferimento“.

I dati da osservare

Perciò il Bank Lending Survey della Bce, che sarà pubblicato il 2 maggio, è stato indicato nei giorni scorsi dal capoeconomista Philip Lane come un elemento importante da considerare per la decisione del consiglio Bce del 4 maggio, assieme al dato sull’inflazione in aprile (in uscita anch’esso il 2 maggio). Lane ha detto che, se sarà confermato lo scenario base economico indicato dalla Bce a marzo, ci sarà un aumento dei tassi a maggio. Il capoeconomista non ha precisato di quanto sarà il rialzo.

Il dibattito nel Consiglio Direttivo Bce

Anche Isabel Schnabel, membro tedesco del board, è stata più prudente del solito e non ha suggerito le dimensioni dell’aumento. Segno che le tensioni bancarie, in particolare quelle che hanno coinvolto Deutsche Bank dopo le crisi di SVB e Credit Suisse, hanno reso più cauto il Consiglio, che nel complesso però sembra ancora più spaventato dell’inflazione core che dell’instabilità finanziaria. Il mercato perciò scommette su una mossa di 25 punti base a maggio. Alcuni membri del Consiglio considerano possibile anche un rialzo superiore. Il falco olandese Klaas Knot, violando ancora una volta l’impegno Bce a non esprimersi sulle prossime mosse, ha detto ieri di essere “non a disagio” con le attuali previsioni di mercato, che indicano altri tre rialzi dei tassi di 25 punti base (dall’attuale 3%). “È troppo presto per una pausa”, ha detto Knot, che non ha mostrato timori per la stabilità finanziaria, pur essendo presidente del Financial Stability Board. Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ieri ha ribadito che i rischi di fare troppo vanno considerati come quelli di fare troppo poco.

La divisione persisterà per la riunione del 4 maggio

Nel prossimo Consiglio Direttivo è molto probabile riemergano le divisioni presenti nell’ultima riunione del 16 marzo. Allora una maggioranza “molto larga” di membri del board aveva sostenuto la proposta di Lane per una stretta dello 0,5% “per evitare di creare ulteriore incertezza nei mercati finanziari”, secondo quanto riportato nei verbali. La Bce però si era fidata della ripresa delle Borse di quel giorno, senza sapere come si sarebbe sviluppata la volatilità bancaria. Perciò è stato corso un rischio significativo rialzando i tassi di 50 punti base. L’alternativa sarebbe stata mettere in pausa gli aumenti, come chiesto da alcuni. “Altri membri avrebbero preferito non aumentare i tassi fino a quando le tensioni sui mercati finanziari non si fossero attenuate e condurre una rivalutazione completa dell’orientamento” a maggio. Secondo le minute, questi membri hanno sottolineato che i rischi di un mancato rialzo sarebbero stati “molto meno gravi dei rischi associati a un aumento dei tassi in una crisi persistente”.