ROMA (WSI) – Per tutto il 2012 i conti depositi sono stati il prodotto più pubblicizzato dai siti delle banche italiane. I rendimenti del 4% lordo annuo erano la normalità durante la crisi dell’euro e quella dello spread Btp-Bund. Adesso invece che le prospettive finanziarie europee e italiane sono cambiate in positivo, questi sono già scesi a circa il 3%.
Il motivo di questo calo considerevole è la normalizzazione dello spread e la fine delle pressioni sull’euro, unitamente alle politiche monetarie della BCE che hanno tenuto giù i tassi, nonché il diminuire delle prospettive di fallimenti degli istituti. Tutto questo ha comportato la riduzione dell’esigenza delle banche di accumulare liquidità e, di conseguenza, le offerte di conti deposito – da Rendimax a InMediolanum – oggi hanno condizioni meno allettanti per la clientela.
I conti deposito hanno spese contenute poiché la gestione da parte della banca di riferimento è totalmente gratuita e gli unici costi sono quelli fiscali. Dobbiamo ricordare che dal 2011 la tassazione sugli interessi si è ridotta dal 27% al 20%, nel 2012 invece l’imposta di bollo è stata aumentata dallo 0,10% allo 0,15% delle somme depositate.
I conti deposito, anche se attualmente meno redditizi di qualche mese fa, rimangono comunque un prodotto che i risparmiatori, più che gli investitori, hanno sfruttato per molto tempo e con buoni profitti, e comunque ideali per chi non se la sente di rischiare nel mercato azionario o valutario. È praticamente impossibile perdere i propri soldi, grazie al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, aspetto che in questo periodo di crisi è stato interpretato come una sicurezza da tutelare.
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