BERNA (WSI) – In un contesto di tassi di interesse negativi, la Svizzera teme una fuga dei depositi. Non mancano i clienti che hanno incominciato a prelevare i soldi dai loro conti corrente bancari per non essere tassati.
Ma la Banca Nazionale Svizzera ha messo in guardia contro tale pratica, sottolineando che nuoce alla sua politica monetarie e di riflesso all’economia elvetica.
In un paese in cui vige la democrazia diretta, ovvero il voto nella gran parte delle materie ‘civili’ e legali viene espresso dal popolo tramite referendum, la gente è molto sensibile al bene comune.
In questo senso l’appello lanciato dalle autorità monetarie elvetiche potrebbe avere presa.
“I tentativi volti ad aggirare i tassi di interesse negativi, tramite deroghe o prelievi di cash, non sono nell’interesse generale della Svizzera nel contesto attuale, perché vanno contro le intenzioni della politica monetaria nazionale”, ha avvertito l’istituto centrale che a gennaio a messo in subbuglio i mercati e tanti svizzeri abbandonando il floor 1,20 tra franco e euro.
L’avviso viene dallo stesso presidente della Banca Nazionale Svizzera, Thomas Jordan. Durante una conferenza stampa convocata a Zurigo per spiegare le politiche monetarie dell’istituto, Jordan ha chiarito che prelevare contanti per mettersi al riparo dai tassi di interesse negativi “non serve a nulla”. Anzi, mette in pericolo l’economia svizzera.
Jordan ha le sue valide ragioni per essere preoccupato. Dopo che tassi di interesse negativi dello 0,75% sono entrati in vigore a gennaio, la gente sta cercando un piano di fuga.
Che si tratti di banche o di clienti, privati così come istituzionali, tutti devono pagare dazio per il nuovo ‘ordine nazionale’ di tassi negativi. Se da un lato una serie di nuovi prodotti finanziari sono stati lanciati dalle banche per permettere ai loro clienti di non essre tassati sui soldi che piazzano presso i loro istituti, per non rischiare nulla alcuni clienti benestanti preferiscono comunque prelevare direttamente i contanti e metterli al sicuro dentro a forzieri personali o cassaforti.
D’altronde è meglio sborsare zero interessi e non intascare guadagni, piuttosto che dover pagare per conservare i propri soldi al sicuro in una banca: il concetto non fa una piega.
Jordan ha preferito rimanere sul vago quando ha parlato degli ultimi sviluppi e statistiche sul denaro liquido in circolazione. Gli ultimi dati pubblicati dalla BNS coprono solo il periodo che va fino alla fine del 2014.
“La quantità richiesta è aumentata nel corso del tempo”, ha riconosciuto il presidente dell’istituto nazionale. Quanto all’eventualità di prelevare delle tasse sui prelievi di soldi cash, Jordan ha precisato che non è ancora all’ordine del giorno.
Ma cercare metodi per conservare il proprio denaro da soli, ha avvertito il banchiere, comporta dei costi (assicurazione, trasporto, stoccaggio) e comporta chiaramente dei rischi.
Secondo un banchiere ginevrino contattato dal quotidiano Le Temps, pare che la BNS si sia semplicemente “rifiutata” che venissero prelevate delle somme di denaro “importante” dai suoi forzieri.
I casi sono due: “o non ci sono abbastanza banconote nei forzieri, un fenomeno a cui non credo nemmeno un solo istante, oppure la BNS vuole impedire una pratica che andrebbe contro alla sua politica di tassi di interesse negativi”, ha spiegato il banchiere.
La BNS afferma di non essersi rifiutata di far prelevare i soldi in contanti. Ma ha sottolineato allo stesso tempo “di avere in certi casi consigliato alle banche di trattare la domanda per il prelievo di somme straordinarie di denaro con pratiche restrittive”.
L’obiettivo di una politica di tassi di interesse sotto zero è di frenare la corsa del franco ed è pertanto “nell’interesse della banca nazionale, della Svizzera e del suo settore bancario”, secondo l’istituto centrale.
Fonte: Le Temps
(DaC)