*Questo documento e’ stato preparato da MPS Capital Services ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come
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(WSI) – Tassi di Interesse : in area Euro la sessione di ieri si è chiusa con un calo dei rendimenti che ha interessato tutta la curva a causa dell’intensificarsi dei timori legati alla crisi creditizia, giustificata dal continuo rialzo dei tassi interbancari. Ieri l’Euribor a 3 mesi ha raggiunto il massimo da quasi sette anni a quota 4,858%. I dubbi sui tempi di rientro delle tensioni hanno portato Gonzales-Paramo, membro della Bce, a dichiarare che il rallentamento della crescita attribuito alle turbolenze finanziare potrebbe giustificare un taglio dei tassi. Dubbi e preoccupazioni sulla crescita sono stati riportati anche da Noyer. In controtendenza Weber e Liebscher che hanno evidenziato preoccupazioni sul forte aumento del tasso di inflazione, mostrandosi più propensi ad un rialzo dei tassi.
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Per la prima volta i membri della Bce hanno aperto le porte ad un eventuale taglio dei tassi, ma allo stesso tempo si evidenzia un forte dibattito all’interno del consiglio di politica monetaria. Al momento riteniamo che la Bce continuerà a mantenere i tassi fermi almeno fino ai primi mesi del 2008, in attesa di verificare l’effettivo impatto della crisi creditizia sulla crescita dell’area. Sul decennale il supporto si colloca a 3,99%.
Negli Usa tassi di mercato ancora in calo sulla scia dei sempre più turbolenti mercati monetari dove i tassi a breve termine non arrestano la fase rialzista. Le tensioni si stanno scaricando soprattutto sulla parte a breve termine della curva dei tassi come evidenziato dal differenziale 2-10 anni nuovamente al di sopra dei 100pb. La possibilità di continuazione delle tensioni sui mercati monetari viene ormai riconosciuta in diversi paesi: ieri è stata la volta della britannica Financial Services Authority che senza mezzi termini ha avvertito sulla possibilità di un marcato peggioramento delle condizioni del credito e della liquidità nel 2008. Sempre in Inghilterra, il Daily Telegraph ha riportato l’indiscrezione su un presunto piano del governo del paese di procedere alla nazionalizzazione di Northern Rock a febbraio.
Oggi, Greg Ip, altro noto Fed watcher ed editorialista del Wsj, ha riportato gli umori all’interno del board della Fed, scrivendo che quest’ultima potrebbe prendere in esame anche l’ipotesi di un taglio dei tassi da 50 pb, sebbene la decisione più realisticamente potrebbe fermarsi a 25pb. La stessa decisione potrebbe però essere accompagnata da un taglio di 50pb del tasso di sconto, portando pertanto il differenziale rispetto ai fed funds a soli 25pb. Inoltre la Fed potrebbe annunciare altre misure volte ad aumentare i canali di iniezione di liquidità oltre ad allungare la durata di tali operazioni. Gli operatori scontano al 50% l’ipotesi di un taglio di 50pb. Nel frattempo la difficile situazione sul mercato immobiliare ha indotto anche l’agenzia sui mutui Fannie Mae ad una ricapitalizzazione da 7Mld$ mediante azioni privilegiate, sulla falsa riga di quanto già fatto pochi giorni fa da Freddie Mac. Sempre sul fronte mutui, l’accordo per il blocco del rialzo delle rate su alcuni mutuatari a tasso variabile potrebbe arrivare ad interessare un periodo quinquennale. In questo contesto, le indicazioni ieri di JpMorgan circa la possibilità di ulteriori svalutazioni da parte del settore bancario hanno ancora una volta penalizzato i finanziari in borsa. Per oggi supporto sul decennale posto a quota 3,80%.
Valute: Dollaro nuovamente in deprezzamento. Le tensioni sul mercato monetario spingono gli operatori verso l’ipotesi di un taglio anche di 50pb, penalizzando pertanto il biglietto verde. Per oggi la prima resistenza si incontra in prossimità di 1,48. Lo Yen si mantiene sostanzialmente stabile verso Dollaro e Yen, deprezzandosi però in mattinata sulla scia delle positive chiusure delle borse asiatiche. Nel breve il primo livello di resistenza dell’EuroYen si colloca a 163,50.
Materie Prime: in calo il prezzo del greggio WTI dietro l’attesa della riunione odierna dell’OPEC che, in base alle ultime dichiarazioni, non dovrebbe apportare alcuna modifica all’attuale produzione. In calo i metalli industriali ed in particolare lo zinco (-2,41%) penalizzato dall’attesa per il prossimo anno di un surplus di produzione di 600000 tonnellate. In rialzo gli agricoli con il frumento a +2,34% dopo l’annuncio che l’Argentina limiterà l’export per altre 2 settimane al fine di valutare i danni procurati dalle recenti gelate.
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