Economia

Tassi Usa: l’inflazione alta posticipa primo taglio, mercati depressi

Tutto rimandato (almeno così pare) per il primo taglio dei tassi Usa. La colpa è dei prezzi al consumo, che restano più caldi delle attese. Nel mese di gennaio, l’inflazione è salita al 3,1%, sopra le attese degli analisti che scommettevano su un +2,9%. Su base mensile, la crescita è stata dello 0,3%, oltre il +0,2% previsto dal mercato.

Il presidente americano Joe Biden commentando i dati ha spiegato che “l’inflazione è scesa di due terzi rispetto al suo picco, ma sappiamo che c’è ancora molto lavoro da fare per ridurre i costi”.

Ottimista resta la segretaria al Tesoro, Janet Yellen, che ha sottolineato come i prezzi di benzina, uova e biglietti aerei siano diminuiti, ma ha anche riconosciuto che “i costi di alcuni beni e servizi importanti per le famiglie americane sono ancora troppo alti” e serve lavorare per abbassarli.

Cosa dicono gli analisti

“Questo non è il rapporto sull’inflazione che la Federal Reserve si aspettava i mercati hanno reagito di conseguenza” ha commentato Craig Erlam, Senior Market Analyst, UK & EMEA, di OANDA. “L’inflazione a gennaio è risultata più calda del previsto su tutta la linea. Ciò ha spento ogni speranza di un primo taglio dei tassi a marzo.”

Il FedWatch Tool del CME vede una probabilità del 75,8% di un taglio dei tassi di almeno un quarto di punto entro giugno, ma ha ridotto a tre da quattro, i tagli totali che la Fed potrebbe effettuare nel 2024.

Per gli esperti di Vontobel, il mercato è stato colto con il piede sbagliato poiché i dati sull’inflazione statunitense non si sono moderati come sperato. Per il momento, l’inflazione rimane più rigida di quanto si pensasse. I principali fattori che hanno determinato il leggero aumento dell’inflazione sono stati il rincaro degli alloggi, le tariffe aeree e, in misura minore, le cure mediche e l’istruzione. Nel complesso, i dati non sono un dramma, ma potrebbero allontanare i primi tagli dei tassi della Fed, che alcuni operatori di mercato si aspettavano già per marzo/aprile. La reazione del mercato oggi mostra che la Fed potrebbe non avere fretta di tagliare i tassi di interesse in tempi brevi.

Alla luce degli ultimi dati dell’inflazione, Gero Jung, Chief Economist di Mirabaud Asset Management ritiene che “la Fed procederà con i primi tagli a giugno, e che l’inflazione, pur dovendo far fronte a un percorso accidentato, sia destinata a scendere nel corso dell’anno. Ad esempio, l’ultima indagine della Fed di New York ha evidenziato come le aspettative mediane sull’inflazione siano scese. In effetti, l’inflazione attesa a tre anni si attesta ora al 2,4%, il valore più basso dall’inizio della raccolta dei dati”.

I dati “caldi” sull’inflazione non modificano, infine, lo scenario di base di UBS Global Wealth Management che prevede un atterraggio morbido con crescita più lenta, inflazione in calo e tagli dei tassi della Fed di 100 punti base probabilmente a partire dal secondo trimestre di quest’anno.

Wall Street: mercato depresso, chiude in rosso

Pesante la reazione dei mercati. Ieri il Dow Jones ha chiuso la sua peggior seduta da marzo 2023 perdendo 524,63 punti (-1,35%) per attestarsi su 38.272,75 punti. Il benchmark S&P500 è’ sceso di 68,67 punti (-1,37%) a 4.953,17, trascinato al ribasso dal rosso di tutti i suoi 11 settori. il Nasdaq ha chiuso in ribasso di 286,95 punti (-1,80%) a 15.655,60 punti.

Il rendimento dei titoli del Tesoro a 10 anni si è attestato al 4,315%, in aumento rispetto al 4,170% di lunedì pomeriggio. Il rendimento dei titoli del Tesoro a 2 anni è salito al 4,654%.

Fed: ecco quando la banca centrale Usa potrebbe abbassare i tassi

Vale la pena ricordare che per combattere l’inflazione, la Fed ha aumentato il tasso sui federal funds 11 volte tra marzo 2022 e luglio 2023.

Dopo la riunione di dicembre 2023, la Fed ha previsto tre tagli di un quarto di punto entro la fine del 2024 per abbassare il tasso di riferimento al 4,6%.

Nulla è stato fatto nella prima riunione del 2024, tenutasi il 30 e 31 gennaio, quando il Federal Open Market Committee (FOMC) ha mantenuto i tassi d’interesse fermi nel range tra il 5,25 e il 5,5%, la più alta da oltre 20 anni. Il FOMC avrà altre sette opportunità di ridurre i tassi di interesse quest’anno, a partire dalla prossima riunione del 19 e 20 marzo.