La TAV non è un’opera necessaria. Così giorni fa il presidente della Camera Roberto Fico e a riprova delle sue affermazioni ha snocciolato i numeri.
Nel 1994 c’era un flusso di 8 milioni di tonnellate di merci, e la previsione che giustificava la costruzione della Tav era di 17 milioni di tonnellate. Oggi ci troviamo in un flusso di 3 milioni di tonnellate”.
A fare le pulci ai conti indicati dal presidente Fico l’Agi che invece si riferisce ai numeri dell’Osservatorio per l’asse ferroviario Torino-Lione, un organo nato nel 2006, formato da istituzioni ed enti locali, per indicare le linee di indirizzo di realizzazione dell’opera che ha indicato i suoi dati più aggiornati sul traffico merce tra Francia e Italia nel Quaderno 11. Andando a vedere nel dettaglio il traffico per quanto riguarda il tunnel ferroviario del Frejus, qui, nel 2000, circolavano oltre 9 milioni di tonnellate merci, ridottesi ai circa 3 milioni attuali. Discorso analogo vale per i numeri degli anni Novanta.
Come mostrano i dati del Quaderno 2 dell’Osservatorio Torino-Lione – pubblicato a giugno 2007 – nel 1994, dal traforo ferroviario del Frejus, passavano 7,6 milioni di tonnellate merci. Dato che si avvicina agli «8 milioni» citati da Fico. Nel 1999, le tonnellate erano salite a 12,2 milioni, per poi scendere a 6 milioni nel 2004.
Negli anni successivi, i promotori dell’opera hanno più volte presentato previsioni sull’aumento del traffico merci, e la conseguente saturazione della cosiddetta “linea storica”. Il presidente pentastellato quindi ha ragione sui numeri: rispetto agli anni Novanta, il traffico merci dal traforo ferroviario del Frejus si sarebbe più che dimezzato. I dati lo confermano: nel 1994, da qui passavano 7,6 milioni di tonnellate merci, nel 2017 circa 3 milioni. Ma, fa notare l’Agi, “l’esponente del Movimento 5 Stelle ha anche detto che le previsioni dei promotori si sono rivelate sbagliate”, e come confessa lo stesso Osservatorio sulla Tav, le stime fatte in passato «sono state smentite dai fatti».Lo stesso scenario della saturazione della linea esistente è stato definito nel 2016 «anacronistico e irragionevole» da Paolo Foietta, attuale commissario del governo per la realizzazione dell’opera.