Economia

Tav, Francia all’Italia: “Fate perdere fondi Ue a tutti”

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Sì all’analisi costi benefici, ma anche rispetto dei trattati internazionali. Questo in estrema sintesi il risultato dell’incontro di ieri tra il ministro dei Trasporti, Elisabeth Borne, e il suo omologo italiano, Danilo Toninelli, sulla nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità. Nell’attesa, stop ai bandi di gara previsti entro dicembre per la costruzione del tunnel.

“L’Italia faccia pure le sue valutazioni”, ma “tenendo ben presente la necessità di non perdere i finanziamenti europei ha ribadito il ministro francese,  riaffermando la volontà della Francia “di rispettare i Trattati internazionali” sulla Torino-Lione.

Dal canto suo, Toninelli ha confermato in una nota la volontà di condividere con la Francia l’analisi costi-benefici che il governo sta svolgendo “per sottoporla successivamente all’ulteriore e definitiva validazione da parte di studiosi internazionali”.

“La mia omologa francese Elisabeth Borne – ha aggiunto Toninelli nella nota – che ho incontrato oggi a Bruxelles, ha preso atto dell’impegno formalmente assunto dal governo italiano di ridiscutere integralmente il progetto della linea Tav Torino-Lione, come recita il Contratto di governo. Al riguardo, ho rappresentato la volontà, già più volte manifestata, di condividere con esperti francesi gli esiti preliminari della analisi costi-benefici che stiamo svolgendo, per sottoporla successivamente all’ulteriore e definitiva validazione da parte di studiosi internazionali. La ministra Borne ha concordato sull’idea che, in vista di questo comune obiettivo, sia necessario rinviare la pubblicazione dei bandi di Telt per il tunnel di base, prevista entro dicembre. L’intesa con la Francia sul congelamento delle gare, fino al compimento dell’analisi costi benefici, sarà esaminata assieme alla Commissione Ue per non pregiudicare gli accordi internazionali”.

Difficile capire a che punto sia l’analisi costi-benefici inserita nel contratto di governo tra Movimento 5 Stelle e Lega. Quello che è chiaro è che in Europa, i paletti posti dalla Francia all’Italia non sembrano lasciare grandi margini di manovra.

D’accordo all’analisi costi-benefici ma il Grant Agreement – ossia la risposta alla Domanda di finanziamento alla Commissione Europea di Italia e Francia – del 2015 stabilisce scadenze molto precise. E da dicembre ogni rinvio rischia di costare salatissimo: ben 75 milioni di euro al mese, come stabilito mesi fa da Telt, la società incaricata di realizzare l’opera e poi di gestirla.