Uno studio redatto per conto della Commissione europea ha messo in evidenza i ritorni occupazionali ed economici dei corridoi infrastrutturali, compreso quello mediterraneo Gibilterra-Budapest, di cui fa parte la Tav Torino-Lione. Il documento, rivelato dal tg La7, vede fra gli istituti che hanno collaborato alla sua stesura anche la società “Trt trasporti e territorio” presieduta Marco Ponti, il primo autore dell’analisi costi-benefici sulla Tav. La stessa analisi che ne aveva denunciato, a conti fatti, costi eccessivi per lo Stato italiano.
Lo studio, intitolato “The impact of TEN-T completion on growth, jobs and the environment“, ha alimentato speculazioni sul fatto che la società di Ponti possa aver elaborato analisi di segno diverso, a seconda del committente: governo italiano, con esiti negativi, e Commissione Ue, con esiti positivi.
Intervenuto su Radio Capital, il professor Ponti ha smentito di aver avuto un ruolo diretto nello studio europeo. Ma, soprattutto, ha chiarito che le due analisi non sono paragonabili. Mentre lo studio sulla Tav Torino-Lione metteva in relazione costi e benefici, al fine di stabilire l’eventuale convenienza dell’opera, l’analisi europea sul corridoio infrastrutturale compie una stima dei benefici e non contiene alcun riferimento ai costi. In altre parole, sono due analisi di diversa natura. Nello studio europeo si dice infatti che l’obiettivo della ricerca è “valutare la crescita, l’occupazione e l’impatto delle emissioni di gas serra sull’attuazione della rete centrale TEN-T”. Il risultato: un risparmio di tempo del 30% per i passeggeri e del 44% per le merci e, nel caso del Corridoio mediterraneo, 153mila nuovi posti di lavoro entro 2030 distribuiti fra Francia, Italia, Spagna e Portogallo. “Anche la Tav Torino-Lione ha grandi benefici”, ha detto Ponti, “il problema è che costa troppo”.
Fonti del ministero dei Trasporti sono intervenute con le seguenti precisazioni. Lo studio europeo “ha visto una partecipazione solo marginale della società ‘Trt trasporti e territorio’, presieduta dal professor Marco Ponti. Quest’ultimo, peraltro, non solo non ha firmato la ricerca, ma non ne conosce in alcun modo i contenuti”, si legge su Repubblica. “Va precisato che si tratta di una analisi riconducibile a quelle di valore aggiunto, fondata sul moltiplicatore keynesiano, metodo che non ha nulla a che fare con la analisi costi benefici effettuata sulla tratta Torino-Lione”.