Si è conclusa con un nulla di fatto la riunione del cda di Telt, la società italo-francese che cura il progetto Torino-Lione e che nelle intenzione originarie doveva ripristinare i bandi sospesi in attesa dell’analisi costi-benefici per la Tav. “Il Consiglio di amministrazione di Telt, “alla luce della situazione e a seguito dei contatti con i governi”, ha votato all’unanimità “un breve rinvio” si legge nella nota.
Circa 2,3 miliardi di euro in ballo per i due bandi relativi al tunnel di base della Torino-Lione. Alla fine pare che la società abbia accolto le richieste del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli che optava per un congelamento delle gare d’appalto. La richiesta sarebbe arrivata in modo informale e senza atti ufficiali, per non irritare Francia e Unione europea, che vorrebbero, invece, partire subito con i bandi, altrimenti come ha sottolineato la stessa Ue, si rischia il taglio di 300 milioni di euro di contributi.
Nel corso del consiglio il rappresentante della Commissione Europea ha reso nota una comunicazione ufficiale di Inea (Innovation and Networks Executive Agency) che indica come condizione per la conferma dell’intera contribuzione di 813 milioni di euro la tempestiva pubblicazione dei bandi, mentre in caso contrario verrà applicata una riduzione di 300 milioni. Al termine della discussione il consiglio ha incaricato il presidente e il direttore Generale di Telt di informare i due governi dei termini della discussione odierna, delle scadenze definite da Inea e delle responsabilità conseguenti”.
Così conclude la nota. Nel frattempo il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, in merito alla decisione del rinvio da parte della Telt afferma.
Il governo Conte-Salvini-Di Maio chiede a Telt un altro rinvio dei bandi Tav già finanziati, vedremo quanto sarà effettivamente breve. Così, dalla disponibilità della Ue a finanziare al 50% l’intera opera, comprese le tratte nazionali, con significativi risparmi per gli italiani, si passa al rischio concreto di perdere i contributi già stanziati dall’Europa. E’ il segno che in Italia sulla Tav il mondo va alla rovescia (…) una recente analisi che svela il paradosso del professor Ponti, secondo cui se tutte le merci andassero sull’autostrada e le ferrovie chiudessero, per lo Stato ci sarebbe il massimo dei vantaggi. Occorre fermare “la giostra elettorale sulla Tav” e lasciare andare avanti un’opera necessaria per la crescita, la sicurezza, l’ambiente. Sappiano che il Piemonte non si farà mettere in un angolo”.