Oggi, 4 giugno 2019, è il Tax Freedom Day, in altre parole il giorno della liberazione fiscale, quello in cui i contribuenti smetterebbero di pagare le tasse se venissero anticipate allo Stato tutte le imposte.
L’idea di calcolare il Tax Freedom Day è venuta nel 1949 a Dallas Hostetler, un imprenditore della Florida che intendeva così aiutare i suoi dipendente a comprendere quanto effettivamente erano tassati. Di anno in anno, l’Italia arriva a questo fatidico giorno sempre più tardi e quest’anno addirittura con un mese di ritardo rispetto alla media OCSE. Secondo le previsioni della Commissione Bilancio, la pressione fiscale in Italia si attesterà quest’anno al 42,4% del Pil (quasi mezzo punto percentuale in più rispetto al dato del 2018). Tuttavia, la giornata italiana della liberazione fiscale rischia di celebrarsi ancora più tardi e questo perché il governo prevede alcuni introiti non fiscali per coprire le spese previste a bilancio.
Se questi però non si dovessero verificare (o se il Pil dovesse avere una dinamica più debole rispetto alle previsioni) potrebbe registrarsi un ulteriore aumento della pressione fiscale. Considerando i Paesi Ocse, solo pochi Paesi esercitano una pressione fiscale superiore a quella italiana e tutti collocati tra l’Europa Occidentale e l’Europa del Nord, l’area dove, storicamente, si sono sviluppati i modelli economici che hanno posto grande accento alla redistribuzione.
Inizia oggi l’iniziativa di Moneyfarm, società internazionale di gestione digitale del risparmio, che in occasione del Tax Freedom Day, prevede che coloro che si registreranno sul sito web della società entro il 9 giugno otterranno un rimborso dell’imposta di bollo sugli investimenti per 12 mesi.