Economiche come nel 1992. Bisogna risalire a quell’anno per trovare valutazioni a buon mercato dei titoli tecnologici quotati sull’S&P 500. Merito, o colpa, dello scivolone subito dal settore quest’anno, fino a ora pari a -17%.
I prezzi sono cosi’ scesi fino a valere 15.6 volte gli utili annuali. Il piu’ grande comparto facente parte del benchmark di Wall Street non era mai valso cosi’ poco come 18 anni fa, fatta eccezione per il semestre compreso tra la bancarotta di Lehman Brothers (settembre 2008) e l’avvio del mercato toro nel marzo 2009. Lo scrive Bloomberg che riporta il report firmato dagli analisti di Ubs.
La casa d’affari svizzera crede che un rimbalzo sia dietro l’angolo e sara’ legato alla ripresa degli investimenti da parte delle aziende del settore. Questo potrebbe verificarsi anche se l’economia Usa procedera’ sulla via della ripresa, seppur moderata. La liquidita’ a disposizione delle imprese tecnologiche e’ aumentata per sei mesi consecutivi da marzo, alimentando le speculazioni secondo cui i vertici aziendali torneranno a migliorare le loro dotazioni tecnologiche dopo un triennio di tagli agli investimenti. La settimana scorsa il comparto ha guadagnato il 5.6%, maggior incremento dell’ultimo anno.
E intanto oggi gl incrementi continuano con le societa’ a maggiore capitalizzazione come Google (+$8.76), Intel (+$0.34) e Cisco (+$0.22) che sono in buon rialzo in avvio di seduta. Trascinato dalle big del comparto il Nasdaq sta battendo di gran lunga gli altri indici principali di borsa.