(9Colonne) – Roma, 14 set – C’è anche uno strumento realizzato dal centro triestino di ottica spaziale Carso e dal Cnr a bordo del razzo Soyuz, che porta in orbita il satellite russo Foton-M3 gestito dall’Esa. Il razzo è stato lanciato oggi dal cosmodromo di Baikonur in Kazakistan. Si tratta del biosensore ottico denominato PhotoII-M3, il cui scopo è di misurare nello spazio le attività fisiologiche e l’accumulo di sostanze antiossidanti in diversi organismi. L’esperimento ha l’obiettivo di selezionare organismi, dai batteri ai fotosintetici, in grado di produrre sostanze biologicamente attive con funzioni anti-invecchiamento, la cui sintesi è particolarmente stimolata dalle condizioni di stress che si osservano nello spazio, a causa della microgravità e della presenza di radiazioni. I risultati conseguiti potranno avere applicazioni biotecnologiche e bioingegneristiche a terra nel settore agroalimentare e farmaceutico. L’obiettivo finale è contribuire allo studio di farmaci innovativi anti-invecchiamento, allo sviluppo di tessuto per trapianti, di apparecchiature biomedicali innovative, di misure di prevenzione contro gli effetti delle radiazioni, alla comprensione degli effetti della microgravità sull’organismo.