Sembrava un fuggi-fuggi e invece alla finestra, interessati ad entrare nella partita Telecom c’é Mediaset, pronta a fare la sua parte in una cordata italiana, At&T che ha lasciato il tavolo delle trattative scoraggiata dalle “resistenze politiche” ma non ha smesso di guardare all’Italia e Telefonica che starebbe studiando una contro offerta.
Il pallino è in mano a Mediobanca e Intesa Sanpaolo che per ora non sono riuscite a formulare una proposta che mettesse d’accordo investitori e offerente. Per ora sul tavolo resta ancora solo l’offerta di America Movil per il 33% di Olimpia e Pirelli precisa che “allo stato non sono pervenute alla società ulteriori offerte”.
In Borsa i titoli non si sono scaldati (Telecom +0,21% a 2,35 euro e Pirelli -0,43% a 0,89 euro) anche se i volumi sono rimasti alti, con 544 milioni circa di azioni passate di mano pari al 4% circa del capitale ordinario. Dopo Roberto Colaninno anche Silvio Berlusconi esce allo scoperto e anche se precisa, “non c’é nessuna intenzione da parte di Fininvest e di Mediaset di essere protagonisti in Telecom”, si dice pronto a partecipare a una cordata italiana.
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“Siamo pronti a fare la nostra parte – dice Berlusconi – Il nostro interesse è questo e finisce qui”. At&t è pronta a riesaminare il dossier Telecom Italia se la politica deciderà di fare un passo indietro. “C’erano troppe e nuove discussioni sulla separazione della rete e così via, tali da generare grande incertezza sull’investimento” ha detto Stephenson e gli fa eco l’ambasciatore americano in Italia, Ronald Spogli in una lettera al Corriere della Sera.
“Spesso vengono innalzate barriere nei confronti delle imprese straniere che intendono investire in Italia – scrive Spogli. Non conosco i dettagli della trattativa ma la lettera di At&t esprime chiaramente il timore di investire in un mercato dove le regole sono imprevedibili” e chiede al Governo “un atteggiamento più aperto nei confronti degli investimenti”. Se lo scenario dovesse cambiare “e un domani ci sarà un’altra opportunità, allora bene” conclude Stephenson. Sulla scena sembra però intenzionata a tornare anche Telefonica che, secondo indiscrezioni di stampa, offrirebbe circa 4,8 miliardi di euro per il 66% di Olimpia.
“Non commentiamo i rumors” dice un portavoce del gruppo spagnolo all’Ansa e nessun chiarimento, secondo la stessa fonte, sarebbe stato chiesto dalla Commissione di vigilanza sulla borsa spagnola. “Il pallino è ora in mano alle banche, lasciamole lavorare” è il messaggio di Gilberto Benetton, presidente di Sintonia che in Olimpia detiene il 20%. Le banche sarebbero al lavoro su più scenari. Uno di quelli a cui stava lavorando Mediobanca, la possibile scissione di Pirelli per separare le attività di tlc (Olimpia/Telecom) dal resto degli asset del gruppo, su cui già Marco Tronchetti Provera aveva messo il suo veto, riceve ora un giudizio negativo anche da Cesare Geronzi. “Dubito che possa portare al traguardo desiderato” ha detto il presidente di Capitalia, azionista di Piazzetta Cuccia con il 9,39% e di Pirelli con l’1,56%.