Società

TELECOM: RIASSETTO IN 6 MESI, DUE NEWCO
PER RETE E TIM

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Tramonta la ‘one model company’, e Telecom – a un anno e mezzo dalla fusione di Tim – abbandona la strategia della convergenza e si riorganizza separando il business mobile e la rete d’accesso fissa. La riunione aveva all’ordine del giorno anche l’approvazione dei conti semestrali, chiusi con un utile netto a 1.496 milioni di euro (-15,7%), ma nel 2005, ricorda una nota, la società aveva beneficiato della plusvalenza derivante dalla cessione di Tim Hellas e dei proventi dei fondi relativi alle fidejussioni riguardanti Avea. L’ebitda è stato pari a 6.518 milioni di euro (+0,5%), ma nel secondo semestre “prevediamo un ebitda in crescita del 3-4% prima di voci straordinarie”, ha poi detto Marco Tronchetti Provera aprendo la conference call con gli analisti.

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L’attesa era però tutta puntata sulla riorganizzazione del gruppo e sulla nuova parola d’ordine: ‘media company’; il progetto prevede infatti la “focalizzazione del gruppo sul business dei servizi broadband e media”. Il disegno che Marco Tronchetti Provera ha in testa prevede il recupero di “flessibilità” attraverso la creazione di “una newco per il mobile e un’altra per il local loop, due società – ha spiegato Tronchetti agli analisti – controllate al 100% da Telecom”.

All’analista che chiedeva un commento sull’ipotesi di utilizzare risorse per il riacquisto di parte del debito sul mercato, Tronchetti Provera si è limitato a precisare che il gruppo usa le proprie “finanze per rafforzare la posizione a livello internazionale e per la tecnologia”. In questo orizzonte ha indicato la possibilità di rafforzarsi all’esterno nella banda larga. “‘Stiamo gia’ lavorando in questo settore in Germania”, ha detto Tronchetti. “Una maggiore flessibilità – ha aggiunto – può essere parzialmente utilizzata, in base alle scelte del board”, anche in caso di “opportunità per muoversi all’estero, ma non stiamo negoziando nulla”, ha precisato.

Sull’ipotesi di cessione di Tim, anticipata da indiscrezioni di stampa e cavalcata dalla Borsa, “non è stata presa nessuna decisione”, ha detto Gilberto Benetton uscendo dal cda, e Tronchetti, in conference call, ha sottolineato che “le uniche ipotesi di offerta le leggiamo sui giornali”. “Il cda – si legge però nella nota diffusa dopo il cda – si è riservato di esaminare le opportunità di valorizzazione delle attività di rete e del business di comunicazione mobile che si presenteranno, nonché ogni ulteriore o diversa iniziativa, in funzione delle esigenze operative e di sviluppo sostenibile dell’impresa”.

La sospensione dalle contrattazioni di Telecom (i titoli saranno riammessi domani) ha portato Piazza Affari a puntare tutto su Pirelli (+4,5% con il 6,7% del capitale passato di mano). Bene anche Telecom Italia Media (+2,40%) e Rcs (+2,5%) sui rumors di un coinvolgimento nel riassetto. Si scommette, spiegano gli operatori, “sulla destinazione del cash in proveniente da un’eventuale cessione della parte mobile, che andrebbe a ripianare il debito”, e “sulla distribuzione di un dividendo straordinario”.

Tronchetti si è dato sei mesi di tempo per portare a termine la riorganizzazione. “E’ una vicenda che, è evidente, merita grande attenzione. Sono scelte che andranno conosciute meglio anche per valutarne la portata sul sistema”, ha commentato il ministro per lo Sviluppo economico, Pierluigi Bersani. Mentre il collega per le Comunicazioni, Paolo Gentiloni, si è limitato ad affermare: “Vedremo, vedremo”.

In pieno allarme invece i sindacati, che mercoledì incontreranno i vertici dell’azienda e che hanno deciso una giornata di sciopero del gruppo Telecom da effettuare entro il mese. E un audizione dei vertici di Telecom “in tempi brevi” è stata chiesta dai commissari dell’ Autorità per le Comunicazioni al presidente Calabrò “a scopo informativo, al fine di valutare gli effetti che eventuali nuovi assetti potrebbero avere sui profili regolatori e di vigilanza di competenza di questa Autorità”.