Nuova grana in casa Telecom Italia. Il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio ha bocciato categoricamente la vendita di Sparkle appena avviata dall’AD Amos Genish.
“Non permetteremo mai che Sparkle venga ceduta (…) Il mio obiettivo è che il paese sia cablato ma non permetteremo che si venda Sparkle (…) La fibra è strategica per il Paese e il mio obiettivo è che il Paese sia cablato (…) chi vuole investire in Italia è il benvenuto, ma provo rammarico verso coloro che misero sul mercato Telecom perché alcuni nostri settori strategici non andavano messi sul mercato. Il nostro obiettivo è tutelare la sovranità nazionale: nella rete Sparkle ci sono informazioni sensibili e non si mette sul mercato un’informazione strategica“.
Così il ministro al Sole 24 Ore poche ore dopo che da Cernobbio, al Forum Ambrosetti il presidente di Telecom Fulvio Conti aveva annunciato l’avvio del processo di cessione dei cavi sottomarini di Sparkle. In ogni caso la cessione di Sparkle e il no del governo diventa nuovo terreno di scontro all’interno della governance di TIM visto che a concordare con il ministro dello Sviluppo Economico è l’Ad di Vivendi – l’azionista di maggioranza di Tim – Arnaud de Puyfontaine il quale ha puntualizzato che per la cessione serve l’ok del governo.
Il titolo Telecom Italia, che ormai vale meno di un caffè, al momento sale del 3,58% a 0,549 euro.
Intanto si tiene oggi, 10 settembre, un Consiglio di Amministrazione sull’offerta per l’asta del 5G per cui, ha affermato il presidente Conti sempre a margine del Forum di Cernobbio, ci sono molti concorrenti.
“Tim è leader di mercato anche per il suo sviluppo tecnologico. Investiamo più di 1,9 miliardi ogni anno in ricerca e sviluppo, è chiaro che dobbiamo partecipare, è parte integrante della nostra strategia”.
In una nota il fondo azionista Elliott esorta gli altri soci azionisti “a dare al nuovo consiglio il tempo di dimostrare di essere in grado di creare valore per gli azionisti in quello che e’ certamente un momento difficile per il mercato azionario italiano e, in generale, per le società di telecomunicazioni”.