Ieri il mercato azionario americano ha chiuso una sessione giornaliera contrastata, nella quale ha subito forti perdite nonostante la stagione degli utili aziendali abbia segnato nel primo trimestre una crescita dell’18,3% per le aziende listate sull’S&P 500.
A fine seduta a Wall Street il Dow Jones ha segnato +0,25% a 24.083,83 punti. In territorio positivo l’indice S&P500 che sale dello 0,18% a 2.639,39 punti. Chiude a -0,05% il Nasdaq, a 7.003,74 punti.
L’aumento dei tassi di interesse alimenta l’incertezza tra gli investitori. Il rendimento dei bond del Tesoro a 10 anni è salito al 3% martedì per la prima volta in quattro anni: generalmente questa soglia viene associata a un mercato azionario in declino.
Secondo Paolo D’Ambra, senior account manager di Exante, si stanno allineando una serie di presupposti che porteranno a una “correzione sostanziosa” del mercato.
“Il rialzo dei tassi di interesse va a sommarsi a quello in corso del costo del lavoro e delle materie prime, che impatteranno in primo luogo le aziende, in uno scenario comunque dominato dalle tensioni internazionali, vuoi per la guerra commerciale tra Usa e Cina o per le nuove sanzioni di Washington nei confronti di Teheran, che potrebbero ridurre fortemente l’offerta di petrolio sul mercato”, spiega D’Ambra.
Circa le misure contro l’Iran, Donald Trump ha tempo fino al 12 maggio per decidere.