Raccogliere denaro e darlo in prestito a imprese e famiglie: è questa la principale attività che fa la banca. Ma oltre a concedere prestiti a imprese e famiglie, le banche svolgono attività finanziarie di varia natura: ad esempio detengono titoli, effettuano operazioni interbancarie, concedono finanziamenti ad altri intermediari finanziari e collocano prodotti del risparmio gestito e assicurativi.
La banca è senza dubbio la destinazione prediletta per tenere i propri soldi. Ma perché gli italiani la scelgono? Ci sono pro e conto del tenere soldi in banca? Esistono alternative?
Soldi in banca: è sicuro?
Quello che distingue le banche dagli altri intermediari finanziari è il fatto che i clienti possono utilizzare le somme depositate in conto corrente per effettuare “transazioni”, ossia pagamenti come assegno, il bonifico o l’utilizzo di carte di pagamento.
Ma ci sono pro e contro del tenere soldi in banca.
I vantaggi
Chi decide di tenere i propri soldi in banca può contare sul fatto che le banche sono istituti molto importanti nel contesto economico-sociale. Esse difatti svolgono una fondamentale funzione che consiste nel trasferire risorse finanziarie a soggetti che si trovano in particolare situazione di svantaggi. Così un’impresa necessita di fondi per avviare un investimento o una famiglia per comprare casa.
Le banche hanno aumentato in maniera progressiva la loro presenza in settori diversi dalla tradizionale raccolta di depositi e offerta di prestiti e allo stato attuale offrono servizi di intermediazione connessi con i mercati finanziari.
Poi un altro vantaggio è che oggi le banche sono soggette a una regolamentazione speciale. In Europa, la Banca d’Italia è l’autorità nazionale competente per la vigilanza sulle banche nell’ambito del Meccanismo di vigilanza unico (Single Supervisory Mechanism, SSM).
La stabilità del sistema bancario è garantita anche dal fatto che gli istituti di credito aderiscono al Fondo Interbacario di tutela dei Depositi (FITD) o, se sono Banche di Credito Cooperativo, al Fondo di Garanzia dei depositanti del credito cooperativo. Fine ultimo della garanzia dei depositi è di offrire tutela al risparmiatore che non dispone degli strumenti per valutare in modo adeguato il livello di rischio dei soggetti cui affida il proprio risparmio.
Gli svantaggi
Tuttavia, e qui ci addentriamo nei contro del tenere soldi in banca, il limite di copertura del FITD, è pari a 100.000 euro per depositante e per banca.
Quindi nel caso di crisi bancario e di un risparmiatore che detiene sul conto corrente di una singola banca oltre 100mila euro, la garanzia non opera. Lo svantaggio è forte anche nel caso in cui il correntista possiede anche obbligazioni emesse dalla sua banca in crisi.
In tal caso difatti, le obbligazioni bancarie possono essere “azzerate” per sostenere le esigenze di capitale della banca.
Poi tra gli svantaggi, non possiamo non menzionare i costi. Come ha recentemente sostenuto Bankitalia, nel 2022 la spesa per la gestione di un conto corrente è cresciuta di 9,3 euro rispetto al 2021, raggiungendo l’importo di 104 euro. La variazione della spesa è legata alla crescita sia delle spese fisse sia di quelle variabili, che hanno contribuito rispettivamente per il 63,4 e per il 36,6 per cento all’aumento complessivo.
Gli italiani preferiscono tenere i soldi in banca? I dati
A fornire un quadro preciso della situazione italiana è la Fabi, la Federazione autonoma italiani secondo cui nel corso del 2023 la ricchezza finanziaria degli italiani è cresciuta di quasi 80 miliardi di euro ed è arrivata a quota 5.216 miliardi, ben 552 miliardi in più rispetto al 2019 ovvero prima della pandemia.
Lo scorso anno i depositi bancari si sono asciugati per 61 miliardi. Nei primi nove mesi del 2023, sono 77,6 i miliardi complessivamente accumulati nelle tasche delle famiglie italiane, pari a un incremento dell’1,51% rispetto a fine 2022, con un cambio di tendenza nelle scelte finanziarie che non sono solo il frutto di minore precauzione, ma anche della modesta remunerazione sui depositi bancari. Il dilemma della liquidità e l’appetito per il guadagno fanno si che il peso del contante che giace nei conti bancari resta però ancora elevato.
Depositi e conti correnti rappresentano ancora la fetta più grande della ricchezza accantonata – pari al 30% circa del totale – ma segnali di incoraggiamento agli investimenti arrivano da più fronti.
Quali sono le alternative (a basso rischio) di tenere i soldi in banca
Partendo dal presupposto che la regola valida per tutti non c’è, ma occorre valutare la propria situazione, alternative a basso rischio per depositare i propri soldi oltre che in banca, ci sono.
Una molto gettonata è quella delle Poste Italiane. Oggi, le Poste Italiane come le singole banche offrono diverse soluzioni e diversi prodotti ognuno con proprie caratteristiche. Sicuramente tenere il conto alle poste, rispetto alla banca, significa effettuare meno operazioni il che lo rende conveniente soprattutto per i risparmiatori che privilegiano il deposito delle somme all’operatività.
Ci sono infine i consulenti finanziari che possono aiutare i risparmiatori ad investire con consapevolezza diversificando il patrimonio su più investimenti con diversi profili di rischio.