Un insolito accordo che sembra più un avvertimento indirizzato al leader turco Erdogan è quello siglato tra il regime di Damasco e le milizie curdo-siriane.
Confermato da fonti siriane e curde, l’accordo prevede che Damasco invii milizie governative ad Afrin, cantone della Siria settentrionale in mano ai curdi, contro cui la Turchia aveva lanciato lo scorso 20 gennaio una grande offensiva militare. Da qui il timore che la guerra civile che sta insanguinando la Siria posso aprire uno strappo tra due Stati, Siria e Turchia cruciali nel Medio oriente.
“Se davvero il regime siriano vuole entrare ad Afrin per proteggere il Pyd-Ypg nessuno fermerà i nostri militari”, ha tuonato il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu .
La Turchia continuerà la sua avanzata verso Afrin con determinazione”, avrebbe infatti detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan al suo omologo russo Vladimir Putin. Proprio la Russia si trova in mezzo al caos Siria, controllando di fatto lo spazio aereo di Afrin. Il Cremlino dapprima ha dato il suo via libera all’offensiva turca ma ora ha dichiarato il suo appoggio al’accordo siglato tra curdi e Damasco e punta il dito contro gli Usa, affidando il j’accuse al ministro degli steri del Cremlino Serghei Lavrov.
“Stiamo assistendo ad un tentativo di usare i curdi in un gioco geopolitico, che non ha nulla a che fare coni loro interessi e invitiamo tutti coloro, che sono coinvolti in questi processi a fermarsi e iniziare a cercare compromessi”.
Lo scontro tra Russia e Usa sul nucleare
Ma c’è un altro fronte che vede protagonista la Russia che preoccupa la comunità internazionale. E riguarda l’aggravarsi delle tensioni tra Russia e Stati Uniti, i rivali dell’ex Guerra Fredda armata, che sta ponendo in serio pericolo il futuro di decennali accordi di controllo degli armamenti nucleari che hanno contribuito a mantenere un equilibrio strategico e a prevenire il rischio di guerre accidentali.
Durante la Conferenza globale sulla sicurezza in Germania a Monaco, la Russia ha espresso rimostranze circa la nuova dottrina nucleare resa pubblica da Donald Trump. “Ci ha profondamente deluso“, aveva sostenuto il ministro degli esteri russo.
“Già a un primo sguardo, il grado di ostilità e l’orientamento anti-russo di questo documento sono impressionanti.
“Non permetteremo alla Russia di tenere in ostaggio le popolazioni d’ Europa”, ha sostenuto il consigliere per la sicurezza nazionale H. R. McMaster durante il summit, difendendo la posizione nucleare degli Stati Uniti e lanciando nuove accuse alla Russia. Al centro la presunta violazione da parte del Cremlino di un trattato del 1987, il NEW Start, che impone a Washington e Mosca di non avere più di 1550 testate nucleari strategiche, e di rispettare i limiti su altri tipi di armi e mezzi per lanciarle, come bombardieri e sottomarini. Il patto scade nel 2021, lasciando aperto l’interrogativo sul suo rinnovo mentre cresce la sfiducia tra i due Paesi e le reciproche accuse. “Le probabilità di rinnovo sono in diminuzione ogni giorno”, ha detto Konstantin Kosachyov, capo della commissione per gli affari esteri del Parlamento russo durante il summit di Monaco.