Tercas: Ue dà ragione all’Italia, non fu aiuto di Stato. Cosa cambia per i risparmiatori
Il salvataggio di Banca Tercas da parte del fondo interbancario di tutela dei depositi non era illegittimo come ha erroneamente indicato in precedenza la Commissione Ue. Così il tribunale europeo accoglie con favore il ricorso dell’Italia.
Nel 2013 la Banca popolare di Bari manifestò il suo interesse a sottoscrivere un aumento di capitale di Banca Tercas commissariata un anno prima da Bankitalia. La Popolare di Bari però indicò come condizione vincolante la copertura da parte del Fitd, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, del deficit della Tercas.
Il fondo acconsentì a coprire il deficit patrimoniale di Tercas ma successivamente la Commissione Ue rivelò i suoi dubbi sulla compatibilità dell’intervento con le norme dell’unione in materia di aiuti di stato, aprendo così un’indagine approfondita.
Indagine conclusasi con la decisione datata 23 dicembre 2015, dell’Antitrust europeo secondo cui il salvataggio di Tercas da parte del fondo costituiva un aiuto di stato e come tale era illegittimo. Da qui la Popolare di Bari, sostenuta da Bankitalia, ha fatto appello alla Corte del Lussemburgo.
Corte Ue: fondo interbancario ha agito in modo autonomo
Il tribunale Ue oggi ha dato ragione all’Italia affermando che non ci fu ‘aiuto di Stato’ nei fondi concessi dal Fondo Interbancario alla Popolare di Bari per il salvataggio di Tercas nel 2014, annullando la precedente decisione della Commissione Ue.
Nel caso di specie, la Commissione non disponeva di indizi sufficienti per una siffatta affermazione. Al contrario, esistono nel fascicolo numerosi elementi che indicano che il FITD (il fondo di tutela depositi alimentato dalle stesse banche private ndr) ha agito in modo autonomo al momento dell’adozione dell’intervento a favore di Tercas (…)
“Il mandato conferito al FITD dalla legge italiana consista unicamente nel rimborsare i depositanti (entro il limite di 100 000 euro per depositante), in quanto sistema di garanzia dei depositi, quando una banca membro di tale consorzio è oggetto di una liquidazione coatta amministrativa“.
Abi: UE ora rimborsi risparmiatori quattro banche regionali
Una sentenza accolta con “grande soddisfazione” dal Presidente dell’Abi, Antonio Patuelli e dal Direttore generale Giovanni Sabatini i quali chiedono che, dopo questa sentenza, la Commissione Europea rimborsi i risparmiatori e le banche concorrenti danneggiate dalle conseguenze delle sue non corrette decisioni.
Il riferimento dell’Abi è al 2015 con la risoluzione delle quattro banche italiane – Banca Marche, Etruria, CariFerrara e CariChieti – e altri interventi di salvataggio bancario.
L’intervento a sostegno della banca abruzzese da parte del Fondo interbancario dei depositi era totalmente legittimo e ora il Tribunale europeo lo dimostra: cosi erano pure legittimi gli interventi pensati dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi per le ‘quattro banche’, predisposti innanzitutto per la Cassa di Ferrara, ma bloccati dalla Commissione Europea in modo illegittimo, come ora evidenziato dal Tribunale Ue”.
La decisione della Commissione Europea di considerare “aiuto di Stato” l’intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (costituito da soli fondi privati) per il salvataggio di Tercas nel 2015 ha causato ingenti danni alla Banca Popolare di Bari, ai suoi soci e a tutti gli altri stakeholder. “Anche per i notevoli ritardi provocati nella programmata azione di crescita e sviluppo del Gruppo Banca Popolare di Bari”.
Lo comunica la stessa banca popolare in una nota, aggiungendo che “ciò indurrà gli organi aziendali ad assumere determinazioni su eventuali azioni di rivalsa e di richiesta di risarcimenti nei confronti della Comunità Europea. “Questa pronuncia – ha dichiarato il Presidente Marco Jacobini – ci ripaga di anni di amarezze e di difficoltà che abbiamo dovuto affrontare per proseguire l’azione di salvataggio di Tercas, alla quale la Banca ha lungamente lavorato nell’interesse dei risparmiatori”.