Se ne parla ormai da mesi ma l’ultima settimana sembra abbia confermato il timore di tutti i suoi azionisti: la bolla Tesla è scoppiata. Così titola l’agenzia stampa Bloomberg, alimentando una view negativa sulla casa delle auto elettriche fondata da Elon Musk.
Uno sguardo all’andamento del titolo nell’ultima settimana lascia poco spazio all’ottimismo con il titolo che ha lasciato sul terreno un ulteriore -10 per cento circa, che porta a -43% le perdite da inizio anno. Una frenata che ha fatto crollare la capitalizzazione di mercato della società sotto quelle di General Motors e Ford. Circa 23 miliardi di dollari sono evaporati dalle tasche degli azionisti. Anche il bond benchmark della società auto tratta ora intorno a 80 centesimi con un rendimento del 9%.
Come se non bastasse, gli analisti alimentano lo scetticismo, mettendo in dubbio la sua stessa sopravvivenza. Negli ultimi giorni Morgan Stanley ha disegnato una “situazione da codice rosso” in cui il prezzo di riferimento potrebbe precipitare a 10 dollari, dai 192 attuali (contro il target prive di 379 dollari fissato solo un anno fa). La banca ha alimentato forti dubbi sulle capacità di Tesla di vendere abbastanza auto elettriche da diventare redditizia. Nella lista dei pessimisti, Citigroup e Barid & Co hanno ridotto il prezzo di riferimento citando timori sul cash flow e sulla domanda dei consumatori.
Numerose le ragioni alle base del crollo borsistico. A partire dalla necessità di ritoccare i prezzi per cercare di controbilanciare la fine degli incentivi Usa e sostenere le vendite. Gli utili del quarto trimestre hanno deluso le attese, alimentando le preoccupazioni circa una domanda di auto elettriche in calo. Le tensioni commerciali fra Stati Uniti e Cina complicano ulteriormente le prossime mosse di Tesla. Per ora Tesla stima di vendere tra le 360 e le 400 mila vetture nel 2019, mentre Evercore Isi stima che si fermerà a 343 mila.