Economia

Tesla: i conti non tornano. E il gruppo si mette a dieta

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I conti di Tesla non tornano. E così il colosso delle auto elettriche si prepara a un taglio del 9% della sua forza lavoro complessiva pari a a circa 46.000 persone. Lo riporta la Cnbc che ha pubblicato il testo di un meno scritto dal Ceo Elon Musk ai dipendenti e in cui si spiega che gli esuberi toccheranno soprattutto i colletti bianchi e non gli operai di cui il gruppo invce ha fortemente bisogno per raggiungere il suo obiettivo di produzione della Model 3, la berlina pensata per il mercato di massa di cui vuole realizzare 5.000 unità alla settimana entro la fine di giugno.

Entrando nel dettaglio della “ristrutturazione organizzativa di tutta l’azienda”, Musk ha spiegato che si è arrivati ad avere “una duplicazione di ruoli e di alcune funzioni che oggi sono difficili da giustificare”. Per questo e per via del “bisogno di ridurre i costi e di diventare redditizio”, il gruppo “ha preso la decisione difficile di lasciare andare circa il 9% dei nostri colleghi”.

A chi sarà costretto a lasciare Tesla, verrà offerto un “salario significativo e titoli vincolati (in modo proporzionale alla durata dell’assunzione)”.

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Musk ha inoltre detto che:

“stiamo prendendo questa decisione difficile ora per non doverla prendere di nuovo in futuro. Dato che Tesla non ha mai registrato utili in quasi 15 anni, i profitti non sono chiaramente quello che ci motiva e quello che ci guida”, ha continuato il Ceo, “è la nostra missione ad accelerare la transizione del mondo verso un’energia sostenibile e pulita ma non raggiungeremo mai quella missione a meno che dimostriamo che siamo redditizi in modo sostenibile. Questa e’ una critica valida e giusta nella storia di Tesla fino ad oggi”.

Lo scorso aprile Musk aveva promesso che dalla seconda metà del 2018 Tesla sarebbe stata redditizia e con un flusso di cassa positivo, previsioni confermate a inizio maggio in occasione della pubblicazione di una trimestrale finita con una perdita attribuibile ai soci di 709,6 milioni di dollari, inferiore a quella stimata dagli analisti. Nei tre mesi al 31 marzo scorso, i ricavi erano aumentati su base annua a 3,41 miliardi di dollari da 2,70 miliardi, superando il consenso fermo a 3,28 miliardi.