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La Sec di nuovo contro i tweet di Musk, Tesla scivola a Wall Street

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Elon Musk avrebbe ripetutamente violato l’accordo raggiunto nel 2018 con la Securities and Exchange Commission nel quale veniva previsto, oltre al pagamento di una multa da 40 milioni di dollari, l’obbligo di far controllare preventivamente i tweet price sensitive da un team di avvocati di Tesla. Lo si apprende dai documenti della Sec ottenuti dal Wall Street Journal, nei quali sono citati nel dettaglio due presunti casi di violazione avvenuti, rispettivamente, nel 2019 e nel 2020.

L’accordo fra il ceo di Tesla e la Sec era stato provocato, a sua volta, da precedenti violazioni e in particolare per l’annuncio via Twitter di un possibile evoluzione di Tesla come private company (buyout).

In seguito a questo episodio, sono finiti sotto la lente della Sec altri due tweet. Il primo, risalente al giugno 2020 recitava: “Stiamo velocizzando la linea di produzione. Speriamo di raggiungere circa 1000 tetti a settimana entro l’anno”. Secondo la linea difensiva, il contenuto sarebbe stato puramente “aspirazionale” (in italiano, un auspicio) e come tale non sarebbe rientrato nelle fattispecie soggette a controllo preventivo. Nel dettaglio, quest’ultimo si applica ai tweet contenenti informazioni sulla performance finanziaria, dati e nuovi modelli di business.

Il secondo tweet, ancora visibile sul profilo di Musk è il seguente: “Il prezzo di Tesla è troppo elevato a mio modesto parere”. Un tweet che, nelle ore successive, provocò un calo del titolo arrivato al 12%.

Secondo la Sec, Tesla non avrebbe “seguito la procedura prefissata nonostante le ripetute violazioni di Elon Musk”.

La notizia sta pesando sulla giornata di trading di Tesla, in calo (alle ore 19 italiane del 2 giugno) del 3,21%, mentre l’S&P 500 viaggia in territorio positivo.