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Tesla nel mirino della giustizia. Ex dirigente GM: “finirà nella tomba”

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Ancora guai per Tesla. che ora finisce nel mirino della giustizia Usa. Questa volta il dipartimento di Giustizia americano ha aperto un’indagine penale nei confronti del gruppo di auto elettriche, dopo i tweet del numero uno Elon Musk che, ad agosto, annunciavano il possibile ritiro della società dal listino azionario di Wall Street e di avere, a tal fine, assicurato dei fondi.

Su quei cinguettii anche l’autorità di borsa Usa aveva aperto un’inchiesta per capire se si erano tradotti in una manipolazione del mercato a danno di investitori ribassisti.

All’inizio, il titolo fu protagonista di un rally. Successivamente, gli analisti si mostrarono scettici sul piano di Musk, che sosteneva di avere i fondi per l’operazione. Il titolo Tesla si spinse fino a 387,46 dollari, lontano comunque dai 420 dollari che il Ceo di Tesla propose di offrire ai soci per realizzare il delisting. Ora, il titolo Tesla vale 284 dollari.

In risposta alle indiscrezioni di stampa, Tesla ha fatto sapere che il dipartimento americano di Giustizia ha richiesto la consegna “volontaria” di documenti da parte del produttore di auto elettriche.

Ex vice presidente GM: “finirà nella tomba”

L’azienda guidata da Elon Musk ha detto di avere cooperato con e di rispettare la decisione del dipartimento guidato da Jeff Sessions. Il gruppo ha sottolineato di non avere ricevuto alcuna richiesta formale di materiale vario o di testimonianze.

Intanto ieri il titolo ha chiuso le contrattazioni con un calo superiore al  3% dopo essere arrivato a perdere il 7%.

L’ex vice presidente di General Motors Bob Lutz ha dichiarato che Tesla non ha alcun vantaggio rispetto alla concorrenza e che per via delle spese eccessive rispetto alle entrate, è destinata un giorno a “finire nella tomba”.

Parlando all’emittente CNBC ieri, il manager ha sottolineato che “non faranno mai soldi con il Model 3 perché i costi sono troppo alti. (Musk) ha 9 mila persone in quella fabbrica di assemblaggio che produce meno di 150 mila auto l’anno. I calcoli non tornano. È una casa automobilistica che è destinata a finire nella tomba”.