Nonostante le rassicurazioni di Elon Musk, gli analisti vedono nero sul futuro di Tesla. Cosí a poche ore dalla pubblicazione del bilancio del primo trimestre fiscale, gli esperti contiuano a puntare il dito sul fatto che il produttore americano di auto elettriche sta bruciando denaro troppo velocemente, rischiando di rimanere senza risorse tra qualche mese.
Che il gruppo californiano stia attraversando un momento “no” è un fatto risaputo: la produzione di Model 3 non sembra ingranare, mentre i grandi progetti, come il SUV, appaiono per alcuni esperti come progetti troppo costosi.
Nelle scorse settimane, l’agenzia di rating Moody’s ha abbassato la valutazione del credito della società da B2 a B3. Motivo: dubbi sulla capacità di rispettare gli obiettivi di produzione della Model 3. Il rating è un’espressione di fiducia, ma anche un parametro che rende più o meno semplice reperire nuovi capitali.
Un aumento di capitale potrebbe aiutare a mettere tranquilli gli investitori, ma Elon Musk è convinto che non ce ne sia bisogno. Convinzione, secondo quanto si legge su Reuters, che nasce da un complesso calcolo fatto dal numero uno di Tesla, che si fonda su previsioni di produrre 5.000 berline Model 3 a settimana entro la fine del secondo trimestre; ridurre le spese, che hanno raggiunto il 3,4 miliardi di dollari in conto capitale nel 2017; e migliorare i margini lordi.
Un altro problema che si aggiunge a quelli di produzione e liquidità è di ambito legale. Tesla è stata infatti citata in tribunale dal gruppo Nikola Motor, autore di semi-rimorchi a idrogeno, per violazione di brevetti. Nikola Motor ritiene di aver subito danni superiori ai 2 miliardi di dollari.
Per Colin Langan, analista di di UBS, Tesla, che ha chiuso il 2017 con 3,37 miliardi di dollari in cassa, potrebbe presto fare i conti, tra debito, spese e rate passive, con un livello di liquidità inferiore a 600 milioni di dollari a fine giugno. Secondo i calcoli di Morgan Stanley, invece, Tesla si manterrebbe al di sopra di 1,3 miliardi di dollari.