Primi segnali di frenata per Tesla. Il produttore californiano di auto elettriche ha lanciato un allarme sulle consegne per l’ultimo trimestre dell’anno, per gli effetti dell’aumento dei costi dei materiali e per i problemi che hanno colpito i suoi stabilimenti in Texas e Germania. Pesanti le ripercussioni sul titolo che, ieri alla chiusura di Wall Street, ha perso il 6% portando a quasi -50% il saldo da inizio anno.
Le previsioni modeste hanno posto in secondo piano la forte crescita dei profitti del terzo trimestre, che si sono attestati su un record di 3,33 miliardi di dollari dagli 1,6 miliardi di un anno fa (EPS a 1,05 dollari contro gli 1,01 attesi) e l’annuncio di un ricchissimo piano di buyback del valore di 10 miliardi proposto dal fondatore. Nello stesso periodo, i ricavi si sono attestate a 21,45 miliardi di dollari, in aumento del 56% rispetto ad un anno fa, ma al di sotto dei 22 miliardi previsti dal mercato.
Tornando alle vendite, la società di Elon Musk aveva già comunicato che le consegne nei tre mesi terminati il 30 settembre erano state 343.830, un record, e la produzione aveva toccato le 365.000 unità.
L’aumento dei tassi d’interesse, dell’inflazione e il timore di una recessione hanno reso Wall Street più pessimista sulla capacità di Tesla di consegnare oltre 1,4 milioni di veicoli nel corso dell’anno e di raggiungere, quindi, il suo obiettivo per il 2022. Per riuscirci, dovrebbe consegnare quasi 500.000 veicoli nell’ultimo trimestre, ovvero il 42% in più del terzo trimestre. .
Dopo la trimestrale, il Chief Financial Officer di Tesla, Zach Kirkhorn, ha detto che la società non riuscirà a centrare l’obiettivo.
Twitter: verso pesante taglio del personale
A proposito dell’acquisto di Twitter, Elon Musk, che è in trattativa per l’acquisto della società , avrebbe detto ai potenziali investitori del suo piano di ridurre lo staff di quasi il 75% su un totale di oltre 7 mila dipendenti, riducendolo così a poco più di 2 mila lavoratori.
La riduzione del personale – riporta il quotidiano americano – avverrebbe anche se l’acquisizione di Twitter da parte del patron di Tesla fallisse. Il numero dei dipendenti – scrive il Washington Post – subirebbe comunque una drastica riduzione: l’attuale manager di Twitter ha pianificato di ridurre le buste paga dei dipendenti dell’azienda di circa 800 milioni di dollari entro la fine del prossimo anno, che equivale a quasi un quarto della forza lavoro. Una delle misure per risanare la società in crisi.