In Italia, uno dei paesi europei più scettici sul mondo crypto e della blockchain e tra i meno disposti ad aprire le porte a nuovo tecnologie che possono generare dilemmi etici, come l’intelligenza artificiale, qualcosa sta cambiando. Il ministero del Tesoro ha riunito ieri attorno a un tavolo trenta esperti del settore blockchain, il libro mastro condiviso alla base delle criptovalute, e altri professionisti specializzati invece nell’AI.
“È una grande sfida“, spiega il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all’Industria Andrea Cioffi. Del resto, per la politica si tratta di affrontare un insieme di materie al contempo delicate e, per importanti aspetti, finora trascurate. Ma secondo il sottosegretario, l’Italia farà in tempo a recuperare il terreno perso e “può avere un ruolo di traino all’interno dell’Unione Europea“.
La riunione – che si è svolta presso il Salone degli Arazzi del Ministero dello Sviluppo Economico e a cui ha preso parte anche il consigliere giuridico su Telecomunicazioni e Innovazione digitale del Ministro del Lavoro Luigi Di Maio, Marco Bellezza – ha visto confrontarsi due gruppi di esperti nelle categorie blockchain e intelligenza artificiale, con l’obiettivo di definire le strategie nazionali apposite. Una volta fatto questo, verranno inviate alla Commissione Europea nei prossimi mesi. Per la blockchain l’obiettivo prefissato è avere tutto pronto entro marzo.
È solo il primo stadio di un lungo percorso di lavoro che vedrà impegnati studiosi, ricercatori, informatici, avvocati e professionisti. Come affermato in precedenza dal ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio infatti, l’Italia vuole puntare sulle sue menti migliori per raggiungere una crescita importante dal punto di vista tecnologico, al pari delle grandi potenze europee.
Ma le riunioni di insediamento sono state soprattutto un’occasione per discutere delle componenti tecnologiche, finanziarie, economiche, culturali, psicologiche e politiche di questa trasformazione che andrà inesorabilmente a colpire l’economia e la vita di singoli e comunità. E del ruolo del regolatore pubblico, che deve indirizzare le forze in campo e il lavoro di questi professionisti qualificati, per intervenire concretamente a beneficio dello sviluppo e del benessere della collettività.
Un ponte tra mondo blockchain e istituzioni
Tra le figure più preparate di quelle che hanno preso parte al meeting dedicato alla blockchain si possono citare il membro del Blockchain Education Network Italia (BEN) Federico Tenga e Lorenzo Giustozzi, confondatore di Chainside. Il progetto ha attirato la loro attenzione, spiegano, perché vorrebbero fare da ponte tra il mondo per sua natura anti establishment della blockchain e quello delle istituzioni. È l’obiettivo condiviso anche dai due gruppi per cui lavorano.
Alla riunione sull’Intelligenza Artificiale hanno partecipato numerosi personaggi di rilievo nei loro rispettivi campi, come diritto, economia o informatica. Tra i più noti si possono citare il direttore dei laboratori software IBM Italia ed esperto di intelligenza artificiale Walter Aglietti, Giorgio Metta, vice Direttore Scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia, Barbara Caputi, professore Ordinario presso il Politecnico di Torino.
Erano presenti al MISE anche il professore di Statistica e Data Science all’Università di Pavia e Direttore del laboratorio Fintech dell’Università di Pavia Paolo Giudici, Andrea Renda, titolare della Cattedra “Google” di Innovazione Digitale presso il Collegio d’Europa di Bruges e Giuseppe Attardi, professore ordinario presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa, dove insegna e svolge ricerca in intelligenza artificiale.
Un laboratorio Ue sull’intelligenza artificiale
Uno dei primi obiettivi concreti è quello di ospitare il laboratorio UE sull’Intelligenza Artificiale. Per quanto riguarda l’aspetto etico del programma, Cioffi ha spiegato che l’uomo, ossia il cittadino e i suoi diritti dovrà essere messo al centro del lavoro del team sull’intelligenza artificiale.
“Siamo stati i primi, del resto, a supportare formalmente il Claire-AI, iniziativa che nasce dalla volontà dei ricercatori delle università europee di confederarsi per creare un laboratorio europeo sull’Intelligenza Artificiale sul modello del CERN”, ha spiegato.
Nel corso della riunione, una prima assoluta nel suo genere, sono stati delineati gli obiettivi, l’agenda e il metodo di lavoro. I pilastri su cui si basa il progetto sono tre: riuscire ad attirare investimenti, scoprire come utilizzare la tecnologia per rispondere alle sfide socio-economiche del futuro e definire dei principi etici nell’utilizzo della tecnologia.
È stato citato anche il ruolo chiave attribuito al sostegno e la valorizzazione della ricerca e della formazione, così come al passaggio dal laboratorio al mercato e alla definizione di una cornice normativa e al miglioramento dei servizi pubblici attraverso l’intelligenza artificiale.