ROMA (WSI) – ”Non vi daremo mai quelle società e i loro conti perché voi non dovete vedere le operazioni che vi sono passate”. Il rampollo della dinastia Agnelli, che oggi guida la Fiat, John Elkann, mentre era in corso la causa sull’eredità lasciata dall’Avvocato, avrebbe detto questa frase. Oggi quelle parole assumono sostanza nell’ambito dell’inchiesta dei pm che mira a individuare all’estero quell’eredità nascosta che aveva rivendicato figlia del Senatore, Margherita Agnelli, quando portò in causa la madre Marella Caracciolo.
La Procura di Milano è convinta di averne intravisto una piccola parte composta – pare – da un presunto conto segreto da un miliardo di euro in Svizzera, da Fondazioni e Trust in Liechtenstein e da tre moli in Costa Azzurra, comprati negli anni ’70 ma poi venduti. Gli inquirenti, infatti, ritengono ”verosimile l’esistenza di un patrimonio immenso in capo” all’ex presidente della Fiat morto dieci anni fa, ”le cui dimensioni e la cui dislocazione territoriale non sono mai stati compiutamente definiti”, grazie anche alla ”disponibilità” di ”schermi” societari ”attraverso cui detenere beni celandone provenienza e titolarità”.
Ma il tentativo di ricostruire i flussi dei soldi portati all’estero, come spiegano gli stessi magistrati, ”sono stati vanificati” sia in Liechtenstein sia in Svizzera ”dalla mancata collaborazione della locale autorità giudiziaria”, che ha rimandato al mittente le rogatorie ”sulla base dell’assunto, non del tutto condivisibile, che le richieste avevano esclusiva finalità fiscale”.
Eppure gli indizi ci sono. Nelle carte viene riportata la testimonianza di un ex manager di Morgan Stanley che ”ha affermato di aver sempre saputo che presso la filiale di Zurigo esisteva una provvista direttamente riferibile all’avv. Gianni Agnelli per una cifra compresa tra gli ottocento milioni e il miliardo di euro, fiduciariamente intestata e detenuta attraverso molteplici conti da Siegfrid Maron”, uno dei consulenti dell’Avvocato iscritto per riciclaggio, ma anche per lui è stata chiesta l’archiviazione.
Si tratterebbe, secondo i pm Eugenio Fusco e Gaetano Ruta, dello stesso conto ”sconosciuto al Fisco” da cui sono partiti i 109 milioni di euro di quota ereditaria per Margherita. I pm hanno chiesto ai magistrati svizzeri di poter vedere tutti i presunti conti in Svizzera dell’Avvocato e di interrogare Maron, ”che appariva essere il principale responsabile dell’attività di riciclaggio”. Richieste rimaste ”inevase”.