Economia

Testamento Berlusconi, cos’è la clausola lock up

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Si chiude definitivamente il capitolo legato all’eredità Berlusconi. I cinque figli del Cavaliere – Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi – hanno reso noto di aver accettato l’eredità del padre. Hanno voluto, in estrema sintesi, interpretarne le ultime volontà in totale e completa armonia, cercando anche di onorarne la memoria.

Dalla morte di Silvio Berlusconi, avvenuta lo scorso 12 giugno 2023, alcuni consulenti hanno lavorato alacremente nel tentativo di chiarire alcuni aspetti burocratici ed amministrativi, ma soprattutto hanno tentato di fare chiarezza sul valore del patrimonio.

A seguito di questa decisione, Marina e Pier Silvio assumeranno congiuntamente il controllo indiretto su Fininvest Spa. L’obiettivo è quello di assicurare con chiarezza la stabilità della società e la continuità gestionale.

Eredità Berlusconi: raggiunto l’accordo

I cinque figli del Cavaliere hanno raggiunto un accordo ben preciso, il quale prevede che ci sia un regime di comunione su tutte le proprietà per i prossimi cinque anni. La decisione di accettare completamente ed interamente le volontà di Silvio Berlusconi, permetterà agli eredi di guardare immediatamente al futuro. A breve dovranno essere aperti alcuni importanti dossier, tra i quali ci sono quelli relativi al Monza (la squadra di calcio), per la quale sono in corso alcune trattative per la cessione. Da gestire, inoltre, ci sarà anche la partecipazione in Ei Tower, per la quale si potrebbe arrivare ad una fusione con Rai Way.

Ma come verranno suddivise le quote dell’eredità? A Marina e Pier Silvio, di fatto, andrà il 52% del patrimonio. Questo escamotage permette ai due, attraverso la partecipazione maggioritaria in Fininvest, il controllo anche sulle altre società. A Barbara, Eleonora e Luigi resterà il 48%.

A differenza di quanto è accaduto nelle altri grandi famiglie, l’accettazione totale ha permesso di pensare immediatamente al futuro. Ricordiamo, infatti, che Fininvest ha in mano le seguenti partecipazioni:

  • Mfe-Mediaset: il 48,6%, blindata con quasi il 50% dei diritti di voto;
  • Mondadori: 53,3%;
  • Banca Mediolanum: 30%.

A quanto ammonta il patrimonio di Berlusconi

Complessivamente il patrimonio lasciato in eredità da Berlusconi vale qualcosa come 4 miliardi di euro, suddivisi tra società quotate, investimenti immobiliari, titoli e opere d’arte. Oltre ad una forte liquidità.

Sicuramente la parte più consistente del patrimonio è costituita da Fininvest, il cui patrimonio vale qualcosa come 2,8 miliardi di euro di capitalizzazione di Borsa delle partecipate. A questo si aggiunge il patrimonio concentrato nella holding Dolcedrago: stando ad una recente perizia, Villa Certosa vale qualcosa come 259 milioni di euro.

La clausola di lock up

I cinque figli di berlusconi hanno sottoscritto un accordo attraverso il quale accettano il testamento del padre. L’intesa prevede un patto parasociale, con il quale vengono recepite le intese che sono state raggiunte. Tra queste vi è una clausola di lock up di cinque anni, che consiste in un impegno a non vendere quote. In altre parole per i prossimi anni non sono previste delle modifiche delle quote nelle proprie holding e di conseguenza non ci saranno dei cambiamenti in Fininvest.

Il controllo della holding di famiglia sarà in mano a Marina e a Pier Silvio. I tre fratelli più giovani avranno diritto ad esprimere tre consiglieri. Non sono previsti dei meccanismi di maggioranza qualificata o minoranza di blocco.

Lock up: spieghiamo meglio cos’è

In cosa consiste la clausola lock up? Volendo sintetizzare al massimo è una clausola che sancisce l’impegno da parte di una società emittente o di alcuni azionisti a non compiere determinate operazioni sul capitale sociale, in un momento successivo ad un’operazione di offerta pubblica.

Questa clausola, nella maggior parte delle occasioni, è presente nelle operazioni di IPO, che sono finalizzate alla quotazione di una società. La clausola impegna la società a non emettere nuove azioni ed obbliga gli azionisti a non cedere – parte o completamente – le azioni in loro possesso per un determinato periodo.

Siamo davanti ad una sorta di garanzia fornita nei confronti del mercato, che viene rilasciata dagli azionisti di controllo e dal top management. Da un lato rappresenta una sorta di tutela nei confronti dei sottoscrittori, perché impedisce che vengano emessi degli altri titoli sul mercato. La loro emissione, infatti, costituirebbe una situazione di eccesso di offerta, che potrebbe avere delle ripercussioni negative sull’andamento del titolo.