(9Colonne) – Roma, 13 giu – Molti contratti collettivi prevedono che la contribuzione del datore di lavoro sia vincolata all’adesione del lavoratore a un fondo chiuso. E che sia interrotta se il lavoratore decide di trasferire i capitali accumulati o il Tfr a un fondo diverso. “E’ auspicabile – scrive la voce.info – che il legislatore intervenga per vietare clausole simili. Si dovrebbe anche imporre ai gestori dei fondi chiusi di accettare adesioni dalla generalità dei lavoratori e non solo dagli appartenenti alla categoria. Crescerebbe la possibilità di scelta e la concorrenzialità del sistema”. L’intervento è firmato da Andrea Moro, Senior Economist presso la Federal Reserve Bank di New York. “È auspicabile – scrive Moro – che il legislatore intervenga per vietare che la contribuzione del datore di lavoro venga vincolata all’adesione del lavoratore a una particolare forma previdenziale. Dovrebbe impedire anche che la contribuzione del datore di lavoro venga interrotta nei casi in cui il lavoratore decida di trasferire i capitali accumulati, o il Tfr, a un fondo diverso. Teoricamente, regolamentazioni che limitano la libertà contrattuale sono sconsigliabili dal punto di vista dell’efficienza. In questo caso, però, questa piccola riforma appare necessaria per proteggere i destinatari della previdenza complementare, i lavoratori, che raramente partecipano direttamente agli accordi stipulati per loro conto”.
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