In stallo Telecom Italia con i due blocchi azionari – Vivendi da una parte e Elliott dall’altra – che non si parlano, conti in rosso e i sindacati che temono il rischio di uno spezzatino. Ma una via d’uscita sembra esserci all’orizzonte.
Il governo non può intervenire direttamente su Telecom ma è consapevole che per come sono messe le cose oggi sono a rischio 22mila posti di lavoro che in base alle ultime stime potrebbero salire a 30mila nel giro di due anni. Questi i numeri drammatici riferiti a Telecom Italia e per cui l’Esecutivo giallo-verde starebbe pensando di favorire l’unificazione delle reti di tlc e promuovere lo sviluppo della fibra che consente velocità di navigazione superiori. Sarebbe quindi imminente un provvedimento del Governo preparatorio alla fusione tra le infrastrutture di Telecom Italia e quelle di Open Fiber.
Secondo quanto risulta a Il Sole-24Ore a giorni, verrà annunciata la creazione di una cornice normativa – operazione portata avanti dal vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio e che avrebbe già l’ok della Lega – con l’obiettivo di creare una rete unica tra Telecom e Open Fiber in una struttura che sia in grado di raccogliere le risorse per accelerare la sostituzione del rame. IN questa cornice Cassa Depositi e Prestiti “è destinata ad avere un ruolo centrale in partita, dal momento che dalla primavera è azionista di Telecom con una quota che sfiora il 5% e in Open Fiber è azionista paritetico al 50% con Enel”. Intanto a Piazza Affari il titolo Telecom Italia in avvio di seduta sta segnando un balzo del 5%.