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Tim: il giudizio degli analisti, dopo maxi-perdita. Annullato il dividendo

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Crollano in borsa le azioni di Telecom Italia (TIM) all’indomani dell’approvazione dei conti del 2021, chiuso con una perdita di quasi 9 miliardi legata a svalutazioni e avviamenti, che ha portato il cda a decidere di non distribuire il dividendo sulle ordinarie e a congelare quello sulle risparmio. Le quotazioni, che inizialmente non riuscivano a far prezzo, sono entrate più volte in volatilità e sono arrivate a perdere quasi il 14%.

“A differenza che nel 2012, 2013 e nel 2018, quando la società distribuì il dividendo sulle risparmio nonostante l’avviamento, nel 2021 la società non ha riserve da distribuire. Il dividendo sulle risparmio, obbligatorio per statuto, sarà posticipato a quando tornerà ad essere tecnicamente possibile” hanno spiegato gli analisti di Intesa Sanpaolo, che hanno sospeso il rating sul titolo.

Tim, i giudizi degli analisti

Tra le banche che coprono il titolo, SocGen consiglia hold (tenere) con un prezzo obiettivo di 0,37 euro, sotto i livelli attuali. Stesso rating da Equita, con un target price di 0,48 euro.
Da parte sua Banca Akros (rating accumulate con prezzo obiettivo a 0,51 euro) mette in evidenza “una perdita enorme e una guidance 2022 debole. Poche informazioni aggiuntive e pochi passi concreti per la corporate action e ancora da rispondere all’offerta di Kkr”. Equalweight con prezzo obiettivo di 0,27 euro arriva da Barclays. Rating Buy arriva da Kepler Cheuvreux e Morningstar, che hanno fissato un  prezzo obiettivo a 0,45 euro.

Conti in profondo rosso

Perdita da 8,7 miliardi per il gruppo Telecom Italia nel 2021 dopo la pulizia di bilancio operata dal nuovo top management.
Il risultato netto attribuibile ai soci della controllante è  infatti risultato negativo dopo la svalutazione del goodwill, ovvero dell’avviamento, pari a 4,1 miliardi e lo stralcio delle l’attività per imposte anticipate pari a 3,8 miliardi.

I ricavi sono risultati pari a 15,3 miliardi (-1,9% organico). L’ebitda organico è in flessione a 6,2 miliardi (-9,6%) per effetto, spiega la nota, della pressione competitiva, del ritardo del piano voucher e dei costi di startup delle digital companies. L’indebitamento finanziario netto after lease si è attestato su 17,6 miliardi, in calo di 1 miliardo nonostante investimenti in crescita del 14,1% per accelerare lo sviluppo della fibra, del cloud e del calcio in streaming.

Il cda  ha inoltre approvato il piano industriale della compagnia per il periodo 2022-24, con la società che si propone di avviare un percorso di trasformazione basato sulla creazione di distinte legal entities, Netco e Servco (consumer, enterprise e Tim Brasil), superando il precedente modello di integrazione verticale.

Quanto all’offerta di Kkr, Tim si è limitata a indicare che è in via di finalizzazione la valutazione degli advisor, alla quale seguirà la decisione del board.