Sindacati contro il piano di scissione di TIM presentato dal nuovo AD Pietro Labriola che prevede lo scorporo della rete dai servizi e la creazione di due entità, NetCo e ServCo.
Il nuovo piano di TIM targato Labriola
Lo scorso marzo il gruppo ha presentato il Piano Industriale 2022-2024 che si pone come obiettivo la creazione di una nuova TIM con solide basi industriali e tecnologiche, capace di accelerare il percorso verso una generazione sostenibile di flussi di cassa, grazie anche al superamento dell’attuale modello di integrazione verticale, come si legge nella nota.L a società si propone di avviare un percorso di trasformazione basato sulla creazione di distinte legal entities, Netco e Servco (consumer, enterprise e Tim Brasil), superando il precedente modello di integrazione verticale.
Nel dettaglio, ServCo è l’Asset di rete mobile, piattaforme di servizio e data center articolata in: Enterprise – Attività commerciali nel mercato Enterprise integrate dalle digital companies Noovle, Olivetti e Telsy, Consumer e Tim Brasil. NetCo è Asset di rete fissa che comprende le attività wholesale domestiche e quelle internazionali di Sparkle.
“Sono convinto che l’evoluzione del Gruppo che abbiamo disegnato rappresenti una discontinuità positiva. Stiamo giocando un ruolo da front-runner nel settore delle Telco e ci aspettiamo che altri seguano il nostro esempio. I progetti che abbiamo intenzione di lanciare per i clienti e quelli previsti dall’Agenda Digitale e dal PNRR richiedono una risposta immediata e forte: con questo nuovo assetto saremo più pronti a rispondere alle sfide e cogliere le opportunità che abbiamo davanti”.
Così Pietro Labriola, Amministratore Delegato e Direttore Generale di TIM.
L’audizione dei sindacati
Oltre 10mila esuberi in Tim. Questo il forte rischio che si corre per la tlc italiana secondo quanto rende noto Giorgio Searo della segretaria nazionale della Fistel Cisl, in audizione alla Commissione Trasporti della Camera con i rappresentanti oltre che di Fistel- Cisl, anche di Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilcom-Uil e che verte sulla situazione di Tim e sui suoi riflessi sulla realizzazione dell’infrastruttura nazionale di rete in fibra
Credo che con la divisione di Tim in due società, Servco e Netco e forse anche una terza per i servizi legati all’enterprise, siamo di fronte a un processo che divide l’azienda e si rischia che i debiti si debbano poi spalmare sulla collettività. In questo contesto, la responsabilità del sindacato confederale è mettere in guarda la politica e il Governo. Rischiamo, infatti, di scaricare sulla collettività i debiti e arricchire gli azionisti, i francesi (il gruppo Vivendi che controlla circa il 24%, ndr) che hanno ostacolato in ogni modo l’opa di Kkr… Non è che noi puntiamo su questa operazione ma il titolo continua a scendere nell’indifferenza collettiva”. Di fronte a tutto ciò chi ci perde è il Paese, i cittadini italiani, ci auguriamo che questa audizione possa smuovere qualcosa” Il governo, secondo il sindacalista, non può trincerarsi sul fatto che bisogna “lasciar fare il mercato. Tim è un’azienda strategica per il Paese e il governo ha grandi responsabilità anche sui suoi asset strategici. Su questo bisogna intervenire”.
Sulla stessa direzione Riccardo Saccone, segretario nazionale della Slc Cgil. “Non vorremmo che con questa manovra di Tim si privatizzassero gli utili e si socializzassero le perdite. Anche secondo la Slc Cgil si rischia che Vivendi “trovi una buona via d’uscita e la collettività si faccia carico di un debito monstre (22,187 miliardi di euro al 31 dicembre 2021”. Luciano Savant Levra, segretario nazionale della Uilcom si chiede invece:
Se viene spezzettato il gruppo Tim a cascata può cadere anche il resto…. Chiediamo un confronto nell’ambito della presidenza del Consiglio, che ci possa dare ascolto e si prenda carico di alcune cose che stiamo evidenziando oggi. Attualmente abbiamo impressione che la politica sia un po’ smarrita. Stiamo parlando di un settore strategico e fondamentale per lo sviluppo e la digitalizzazione del Paese.